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Motori Nuova Alfa Romeo Junior (ex-Milano), che pasticcio!

Nuova Alfa Romeo Junior (ex-Milano), che pasticcio!

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Milano sì, Milano forse, Milano no. No no, ci siamo sbagliati, non avevamo preso in considerazione le regole sul Made in Italy. D’altronde la nuova Alfa Romeo ex-Milano in Junior la facciamo in Italia? Ma no, ingegnere, in Polonia. Aah ecco, allora ci siamo sbagliati.

Vabbè, ma in tutta questa storia chi paga? Perché un cambio di nome a poche settimane dalla commercializzazione di un prodotto ha un costo economico non indifferente. E qui, mi riappare nel retrocranio quel tarlo quando sento che c’è qualcosa che non va, e penso a cosa il compianto Sergio Marchionne avrebbe detto… Diciamo che l’epiteto “Loser!”, perdente, sarebbe stato, forse, il meno peggio nella lista dei rimproveri da recapitare a chi ha sbagliato.

Diciamo anche, che in altre epoche, si sarebbero creati i presupposti per un accordo più diretto e concreto con l’attuale Governo, muovendo la diplomazia e cercando un punto d’incontro tra le parti. Ormai però, sembra più un muro contro muro che non porta a nulla, se non a penalizzare i prodotti, stavolta vedi la nuova Alfa Romeo ex-Milano in Junior, e noi italiani, lavoratori Stellantis in primis…

A due mesi dalla commercializzazione ufficiale, prevista a giugno, tutta la rete dei concessionari e dei rivenditori era ormai attivata. Gli show room predisposti per accogliere il nuovo e attesissimo mini-suv Alfa Romeo, dovranno subire cambiamenti che inevitabilmente avranno dei costi non previsti. Senza considerare i numerosi cartelloni pubblicitari che tappezzano Milano nella settimana del design che dovranno essere rimossi e sostituiti.
E poi il logo “Milano” frutto del lavoro di designer e progettisti che hanno dovuto rimettersi all’opera. Depliant, cataloghi, manuali, e oggetti di merchandising andranno buttati e rifatti, insomma uno schiaffo ai lavoratori delle fabbriche di Stellantis, in Italia, in costante cassa integrazione.

Ma quali sono le regole del “made in Italy”?

Le regole del “Made in Italy” sono una serie di normative e standard che regolano l’uso di questo marchio su prodotti che vengono fabbricati e commercializzati nel territorio italiano. Queste regole sono state sviluppate per preservare l’autenticità, la qualità e il valore distintivo dei prodotti italiani, garantendo che siano effettivamente prodotti nel paese e che rispettino determinati standard di produzione e di qualità. Alcuni degli elementi principali delle regole del “Made in Italy” includono:

  1. Origine dei Materiali: Per poter ottenere il marchio “Made in Italy”, i prodotti devono essere realizzati utilizzando materiali di origine italiana o, almeno, una percentuale significativa di essi deve provenire dal territorio italiano.
  2. Processo di Fabbricazione: È richiesto che il processo di produzione avvenga principalmente in Italia. Anche se alcuni componenti possono essere realizzati all’estero, il processo principale di fabbricazione deve avvenire nel nostro paese.
  3. Qualità e Standard: I prodotti che portano il marchio “Made in Italy” devono rispettare standard di qualità elevati. Ciò significa che devono essere prodotti con una particolare attenzione alla precisione, all’artigianalità e alla qualità dei materiali utilizzati.
  4. Controllo e Certificazione: Esistono organizzazioni e istituzioni italiane incaricate di certificare i prodotti che possono utilizzare il marchio “Made in Italy”. Queste organizzazioni svolgono controlli per verificare che i prodotti soddisfino i requisiti necessari per ottenere tale marchio.
  5. Promozione dell’Identità Italiana: Le regole del “Made in Italy” non riguardano solo la produzione fisica dei beni, ma anche la promozione dell’identità e del patrimonio culturale italiani. In altre parole i prodotti che portano il marchio devono rappresentare i valori e l’estetica associati all’italianità.

Queste regole sono progettate per proteggere e promuovere l’industria manifatturiera italiana, garantendo che i prodotti italiani mantengano la loro reputazione di eccellenza e autenticità sul mercato globale.

Perchè Alfa Romeo avrebbe cambiato nome?

A seguito delle dichiarazioni del ministro Adolfo Urso – responsabile delle Imprese e del Made in Italy – che aveva accusato il Gruppo Stellantis di ingannare gli automobilisti, battezzando un’auto prodotta in Polonia col nome di una città italiana, Alfa Romeo decide di sorprendere tutti dopo alcuni giorni di silenzio stampa.

La decisione viene resa pubblica con un comunicato sul sito Stellantis del quale riportiamo alcuni punti:

In una delle settimane più importanti per il futuro di Alfa Romeo, un esponente del Governo Italiano dichiara che l’utilizzo del nome Milano, scelto dal marchio per chiamare la nuova compatta sportiva appena presentata, è vietato per legge.
Pur ritenendo che il nome Milano rispetti tutte le prescrizioni di legge, e in considerazione del fatto che ci sono temi di stretta attualità più rilevanti del nome di una nuova autovettura, Alfa Romeo decide di cambiare il nome da Milano a Junior, nell’ottica di promuovere un clima di serenità e distensione.
Il team Alfa Romeo ringrazia il pubblico per l’enorme numero di feedback ricevuti, la rete dei concessionari italiani per il supporto, i giornalisti per la enorme attenzione mediatica riservata alla nuova vettura, e il governo per la pubblicità gratuita indotta da questo dibattito.
Avendo a disposizione una storia unica e una lista innumerevole di nomi a cui poter attingere, il cambio del nome non ha rappresentato alcun problema. Anzi, è stato bello ripercorrere la lista dei nomi selezionati come preferiti tra quelli suggeriti dal pubblico: tra questi Junior.

https://www.media.stellantis.com/it-it/alfa-romeo/press/alfa-romeo-non-va-bene-milano-allora-alfa-romeo-junior

Una decisione che non è stata proprio leggera e “senza alcun problema” come riporta il comunicato ufficiale, e che arriva dopo mesi di disappunto tra Gruppo Stellantis e Governo, dove il primo richiede il rilascio degli incentivi statali e il secondo che insisteva sull’incremento della produzione in Italia, mirando a raggiungere un milione di veicoli all’anno.

Questa mossa da parte di Alfa Romeo potrebbe essere motivata non solo dalla necessità di adeguarsi alle richieste del Governo, ma anche dall’obiettivo di preservare un rapporto solido e collaborativo con le istituzioni. In risposta, Adolfo Urso ha espresso il suo plauso per la decisione del marchio, definendola “una buona notizia” secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa.

Come era nato il nome Alfa Romeo Milano ?

Il nome Milano, tra i favoriti del pubblico, era stato scelto per rendere tributo alla città dove tutto ebbe origine nel 1910. Non è la prima volta che Alfa Romeo chiede il parere del pubblico per scegliere il nome di una vettura. Successe già nel 1966 con la Spider 1600: in quel caso il nome scelto dal pubblico era stato Duetto.

Da dove nasce il nuovo nome del mini-SUV Alfa Romeo “Junior” ?

Dopo il trionfo della Giulia e della sua versione coupé, la Giulia Sprint GT, disegnata da Giugiaro per Bertone, Alfa Romeo ha fissato come obiettivo l’attrazione di una nuova e giovane clientela desiderosa di un’auto brillante ed esclusiva, mantenendo al contempo un’attenzione al rapporto qualità-prezzo.

Il 26 settembre 1966, a Balocco, è stata presentata la GT 1300 Junior, segnando l’avvento di una nuova generazione di Alfa Romeo, rinunciando al nome “Giulia”. Il marchio “Junior” sarebbe stato esteso anche alle versioni corrispondenti della gamma Spider. La principale novità meccanica è stata l’adozione del propulsore bialbero da 1290 cc, che, grazie all’alimentazione singola e a una nuova fasatura, erogava 89 CV, consentendo una velocità massima di oltre 170 Km/h, appena inferiore a quella della 1600, garantendo prestazioni e divertimento alla guida di alto livello. Anche la carrozzeria era stata aggiornata con un allestimento dedicato e più giovane.

Con quasi 92.000 esemplari venduti, la GT 1300 Junior è diventata il best seller assoluto della gamma e un vero e proprio status symbol dell’epoca tanto da diventare oggi il nuovo nome di questo mini-SUV targato alfa Romeo.

Il nome Milano bocciato per la terza volta

Questo nome che lega il Alfa Romeo alla città Lombarda resta ancora una volta una chimera. Il brand è indelebilmente legato a questa città, dove Alfa Romeo ha inizio nel 1910 la propria storia. L’influenza della città di Milano è infatti evidenziata nel logo attraverso la croce rossa su sfondo bianco, già utilizzata dal Granducato di Milano alla fine del 13° secolo, e il Biscione, simbolo dei Visconti, signori di Milano dal 1277 al 1447.

Chiamare quindi Milano un nuovo modello probabilmente storico per Alfa Romeo, ovvero il primo SUV piccolo e soprattutto la prima elettrica della Casa, rappresentava un omaggio alle radici. Questo approccio mirava a collegare il passato al futuro, proiettando la marca verso nuove sfide e innovazioni.

Alfa Romeo ci aveva già provato nel 1987 con l’Alfa Romeo 75 destinata al mercato americano, chiamandola appunto Alfa Romeo Milano. Le vendite non furono soddisfacenti e il brand decise di interromperle già 2 anni più tardi. Ci aveva riprovato nel 2009, quando il modello Giulietta avrebbe dovuto chiamarsi Milano, ma a causa dell’appena iniziata crisi economica e della chiusura dello stabilimento produttivo di Arese, pochi anni prima, la casa del biscione decise di non approfondire tale strada. Si arriva così ai dibattiti di queste ore dove per la terza volta nella storia il nome Milano non viene legato indelebilmente ad un modello Alfa Romeo e rendendolo di fatto un nome sfortunato per la casa automobilistica.

Alfa Romeo da Milano a Junior

VIDEO – NEW ALFA ROMEO JUNIOR 2024 – DA MILANO A JUNIOR:

PODCAST – NUOVA ALFA ROMEO JUNIOR 2024 – DA MILANO A JUNIOR:

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