Aspettando il Gp d’Italia, record e aneddoti dell’Autodromo di Monza
Il 4 settembre 2005, al Gp di Monza Kimi Räikkönen stabiliva a bordo della McLaren il record assoluto di velocità in F1: 370,1 km/h. Diciotto anni dopo, il record resta imbattuto e l’Autodromo Nazionale di Monza continua a mantenere lo status di Tempio della Velocità. Nove interventi dal 1922 – anno dell’inaugurazione – hanno reso il circuito brianzolo terreno fertile per altri record, come il giro veloce di 1’21″046 segnato da Barrichello nel 2004, o quello ufficioso di Hamilton che nel corso del qualifiche del 2020 fermò il cronometro a 1’18″887.
L’autodromo si prepara ora al prossimo appuntamento stagionale con il Gp d’Italia in programma il 3 settembre. L’ultima edizione ha visto trionfare il pilota della RedBull e campione del mondo in carica Max Verstappen, che in quell’occasione portò il vantaggio in classifica al distacco record di 116 punti sul secondo posto.
Storia e record dell’Autodromo Nazionale di Monza
Lungo 5793 metri, il circuito dell’Autodromo di Monza è votato alla velocità e alla selezione in gara. Il Rettifilo di partenza, esteso per 1194,40 metri, lancia le monoposto a oltre 350 km/h. Segue poi la Prima Variante, o Variante del Rettifilo, che dopo l’ultimo intervento realizzato nel 2000 costringe i piloti a una curva a destra di 90 gradi e a una seconda curva a sinistra altrettanto stretta.
Ne deriva così una decelerazione fino a 80 km/h. Quel tratto conserva i ricordi dell’incidente che nel 1978 costò la vita al pilota della Lotus Ronnie Peterson e del pianto sconsolato di Hakkinen dopo il testacoda del Gp del 1999 che lo costrinse a cedere il podio alla Jordan di Frentzen.
Seguono la Curva Biassono dal raggio di 300 metri, dove nel 1995 si verificò l’insolito incidente che costò la doppietta alla Ferrari, in cui la camera car montata sull’alettone della monoposto di Alesi si staccò colpendo il compagno Berger e costringendolo al ritiro. Da lì, un secondo rettilineo lungo oltre 1 km e che può valere una velocità di oltre 300km/h, conduce a una curva a S accessibile a costo di una decelerazione di circa 120 km/h.
È la cosiddetta Seconda Variante o Variante della Roggia. Qui, il 10 settembre del 2000 perse la vita il commissario di percorso Paolo Gislimberti, colpito da una ruota saltata al momento dello scontro tra le auto di Barrichello, Coulthard, Trulli e De La Rosa.
Il tracciato propone poi la Prima e Seconda Curva di Lesmo, distanti circa 200 metri l’una dall’altra e con punte di velocità rispettivamente di 180km/h e 160km/h. Procedendo in senso orario si incontra la Curva del Serraglio, orientata a sinistra e con un raggio di 600 metri. Il rettilineo che segue è attraversato dalla curva Sopraelevata Nord dell’anello di alta velocità. Ecco dunque la Curva Ascari, così ribattezzata in onore del pilota milanese che in quel punto perse la vita nel maggio 1955.
Circa vent’anni più tardi, la Curva è stata rallentata con una chicane, che porta le vetture a una velocità di circa 200 km/h con cui si percorrono le tre curve ad ampio raggio sinistra-destra-sinistra. Infine, il Gran Premio di Monza si completa con una delle curve più iconiche delle corse automobilistiche: la Parabolica. Tracciata nel 1955, la curva si lascia percorrere a circa 180 km/h e lancia verso il rettilineo di partenza in cui i piloti sono chiamati a far esplodere i motori.
I record di vittorie e l’ultimo successo Ferrari L’ultimo successo casalingo risale all’8 settembre 2019, con Charles Leclerc a guidare la monoposto verso una vittoria che mancava da nove anni con il podio conquistato in precedenza da Alonso. Quell’anno, il pilota monegasco conquistò anche la pole position (1’19″307) e tagliò il traguardo davanti a Bottas e Hamilton.
Il podio di Leclerc valse oltretutto la 19° vittoria costruttori conquistata dalla Ferrari. Primato difeso con 8 vittorie di distacco dalla McLaren. Quanto ai piloti, il record di 5 vittorie è condiviso tra MichaelSchumacher e LewisHamilton, con il pilota inglese che vede nell’appuntamento del 3 settembre l’occasione di aggiornare la storia del circuito.
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