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Motori Renault Captur vs Dacia Duster - L'Anno Zero di Renault parte dai suoi bestseller

Renault Captur vs Dacia Duster - L'Anno Zero di Renault parte dai suoi bestseller

L’anno zero di Renault parte proprio dai suoi due bestseller, Captur by Renault e Duster by Dacia. Resi indubbiamente più accattivanti esteticamente e colmi di tecnologia a bordo, si sono ripresentati al pubblico sfoggiando un invidiabile bagagliaio tecnico ma anche facendo schizzare in alto l’asticella dei prezzi.

La trasformazione di Renault da brand generalista, impegnato da sempre a proporre automobili normali per gente normale, a marchio quasi premium, almeno nei prezzi, appare evidente andando a spulciare il listino sia sul fronte Renault sia sulla compagine ex low cost Dacia.

Finisce così l’era Renault come auto del popolo

Finisce così l’era Renault come auto del popolo e inizia un nuovo scenario che si lascia alle spalle anni di storia e modelli creati per motorizzare le masse, come l’utilitaria Renault 5 per anni antagonista della Fiat Uno, o il monovolume Scenic che andava incontro alle esigenze delle famiglie, e ci si proietta in un futuro di modelli molto più curati e “leccatini” esteticamente, con l’immancabile elettrificazione dei motori fatta pagare a noi utenti finali.

Completa l’oneroso bagaglio un’infinità di servizi tecnologici di intrattenimento a bordo, molti dei quali il cliente medio non utilizzerà mai, ma che giustificano in parte l’aumento dei prezzi pazzi.

Ecco perché da qui in poi, inizia l’anno zero di Renault, e capiremo se l’idea messa in campo da Luca de Meo, Ceo Renault, sarà vincente o meno. Se la Scenic a 50.000 euro verrà capita e assorbita dalla clientela, così come la Captur a 30.000 o la Duster a 25.000.

Renault si trasforma in un brand di élite

Se la sfida verrà accolta dal mercato, Renault si ritroverà in mano un marchio completamente nuovo, con margini di guadagno più alti sui prodotti, alcuni dei quali prodotti in Paesi dove la manodopera costa meno, vedi Dacia in Marocco. E da qui la trasformazione in un’anima non più popolare ma di élite; in caso contrario però, si lascerà in mano ai brand cinesi una bella fetta di mercato, quella più corposa in termini di numeri di vendita, nella fascia bassa dei prezzi ma alla portata di tutte le tasche, quella col tetto a 20.000 euro, dove MG e DR propongono gran parte della produzione ed accolgono le richieste del pubblico.

Duster vs Captur: il video

Tornando ai nostri due protagonisti, Renault Captur e Dacia Duster, si fronteggiano nello stesso segmento di mercato proponendo due idee di SUV in gran parte diverse. Più cittadino e ricercato Captur, più spartano e all’apparenza più adatto all’outdoor Duster. Sul fronte prezzi ormai si equiparano, scordatevi il Duster low cost di qualche tempo fa, la variante 4X4 per gli amanti del fuoristrada o la versione elettrificata ibrida con qualche accessorio utile da inserire sfiorano i 30.000 euro. Ed anche Captur, che era l’accesso ai SUV by Renault sotto la soglia dei 20.000 euro, ora non fa sconti a nessuno e per avere la motorizzazione full hybrid si parte dai 30.000 euro e la variante 4X4 non è prevista.

Renault Captur 2024: Caratteristiche, Test drive, scheda tecnica e prezzi

La nuova Captur cambia volto specialmente nel frontale, ora più vicino a quello della Scenic e perde per strada alcune motorizzazioni come il diesel e l’ibrido alla spina plug-in. Vada per il plug-in hybrid che per un suv di segmento B non è davvero necessario e i cavi ingombrano non poco e limitano la capacità di carico, ma il diesel con una variante ibrida elettrificata poteva essere ancora utile, vedi Mercedes e BMW che se ne guardano bene di mandarlo in pensione. In listino rimane comunque una scelta ben variegata che parte dal benzina puro, al Gpl, e meno male, ed i motori ibridi mild-hybrid e full-hybrid.

Anche a bordo si respira aria nuova, specialmente per la parte infotainment che porta in dote Google ed utility annesse. Buone nuove anche per i fari che ora sono full led per tutte le versioni. Non manca anche per la Captur l’allestimento sportivo Esprit Alpine, con elementi in nero e argento ad enfatizzare le forme e la verniciatura della carrozzeria bicolore con tetto a contrasto. Ovviamente i cerchi passano da quelli da 17 pollici di base a quelli sportiveggianti da 19 pollici. Cambiano i sedili, in conformazione sport, i tessuti e le cuciture blu Alpine così come loghi del battitacco, volante e pedaliera in alluminio.

Quelle che non cambiano sono le dimensioni, abbiamo gli stessi ingombri della versione odierna, d’altronde è un restyling e non ce n’era bisogno. L’abitabilità è buona, con i passeggeri che possono usufruire di uno spazio sufficiente per le gambe e con l’utile possibilità di far scorrere i sedili in avanti per avere maggiore capacità di carico nel bagagliaio. In più abbiamo a disposizione diversi vani portaoggetti sparsi nell’abitacolo.

Sul fronte digitale, Captur si avvale di 2 display per strumentazione e infotainment. Quest’ultimo touch screen con schermo da 10pollici e sistema OpenR Link con  Android e Google integrati di serie solo nell’allestimento Esprit Alpine.

Non mancano Android Auto ed Apple Carplay per essere sempre connessi e le 4 utili prese Usb-C, 2 nella consolle anteriore e 2 posteriori, così come la piastra wireless per la ricarica dello smartphone.

Come accennato, l’offerta dei motori parte dal benzina tre cilindri 1.0 TCe da 90 CV con cambio manuale o la variante bifuel benzina/Gpl da 100 CV. Sul fronte ibrido invece, abbiamo un quattro cilindri 1.3 Mild-hybrid con sistema a 48 Volt e 160 CV, abbinato al cambio automatico o l’alternativa full hybrid E-Tech con un quattro cilindri 1.6 litri da 145 CV con cambio automatico. Completa l’opera una vasta gamma di sistemi di sicurezza alla guida, disponibili secondo gli allestimenti, più sale il prezzo più ne abbiamo a disposizione, dal Traffic Jam Assistant al cruise control adattivo con mantenimento di corsia e l’Active Driver Assist, che riconosce i segnali stradali regolando di conseguenza la velocità automaticamente secondo i limiti previsti nel percorso. Tirando le somme, il restyling della Captur porta in dote un’auto impreziosita nelle forme e nella sostanza a bordo, ma l’elettrificazione ed i tanti sistemi connessi hanno inevitabilmente fatto gonfiare i prezzi, parafrasando il mitico Totò, viene da dire: “E io pago!”

Dacia Duster 2024: Caratteristiche, Test drive, scheda tecnica e prezzi

Un nome una garanzia, è sempre stato così per il bestseller Dacia Duster, da quando è nato, e anche con la terza generazione è evidente un ulteriore passo avanti a livello di prestazioni, con capacità off-road evolute e nuove motorizzazioni ibride. Eppure qualcosa non torna.

La Dacia Duster è stata per anni il simbolo di convenienza e robustezza nel mondo dei SUV, conquistando una solida reputazione grazie al suo rapporto qualità-prezzo imbattibile, tuttavia, con il lancio della nuova generazione, ci si chiede se la linea che separa la convenienza di Dacia dai soliti marchi non stia diventando troppo sottile. Accessori, qualità ed elettrificazione non mancano ma fanno salire il prezzo. I nuovi propulsori ibridi, tra cui il full hybrid da 140 CV e il mild hybrid da 130 CV, sono sicuramente innovativi. Il primo è composto da un motore benzina 4 cilindri da 1,6 litri da 94 CV, due motori elettrici (un motore da 49 CV e uno starter/generatore ad alta tensione) e un cambio automatico elettrificato, mentre il secondo è una novità assoluta per DACIA.

Abbina un motore benzina turbo 3 cilindri da 1,2 litri di nuova generazione basato sul ciclo Miller ad un sistema mild hybrid a 48V. Poi c’è il Duster ECO-G 100, 1.0 turbo a GPL da 101 CV, che effettivamente consuma poco ma che, su un SUV di queste dimensioni, potrebbe sembrare sottodimensionato. Sparisce dalla gamma la motorizzazione Diesel, ed è un gran peccato, perché molti competitor stanno tornando sui loro passi, acquisendo clienti.

L’abitacolo si fa più digitale e più connesso, con un touchscreen centrale da 10,1 pollici e tecnologie come il nuovo controllo vocale Alexa. Anche il comfort di bordo è ottimizzato. Sono disponibili cerchi in lega da 17 pollici. Tutto questo perché la piattaforma CMF-B su cui è basato il nuovo modello offre certamente una maggiore spaziosità e prestazioni migliorate, ma le caratteristiche aggiuntive potrebbero sembrare eccessive in un’auto che ancora oggi punta sull’essenziale.

La versione Extreme, ad esempio, include sellerie lavabili in TEP microcloud, tappetini in gomma e un sistema multimediale Media Display con smartphone replication wireless, che sono sicuramente aggiunte interessanti, ma che inevitabilmente ne aumentano il prezzo.

L’idea che ci siamo fatti è che il brand Dacia, dopo aver abbandonato la connotazione “Low Cost” che in realtà l’ha reso famoso, ora voglia abbracciare una fascia di mercato più alta.

Insomma, il nuovo Duster oggi offre molto di più rispetto alle generazioni precedenti, con nuove funzionalità, design più raffinato e tecnologia avanzata. Resta da vedere se i clienti tradizionali di Duster saranno disposti a pagare di più per queste nuove caratteristiche o se cercheranno alternative nel segmento dei SUV.

duster vs capture
©m3motorcube

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