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Tendenze WINDTRE: la sostenibilità per un futuro migliore

WINDTRE: la sostenibilità per un futuro migliore

Generare impatto positivo in un mondo sempre più interconnesso

Se oggi parliamo di sviluppo non possiamo che associare al termine anche l’aggettivo sostenibile, ormai entrato nel vocabolario comune e in parte abusato. Per questo preferisco rifarmi alla lingua francese che parla di ‘développement durable’ ossia sviluppo durevole, dove il concetto portante è quello che definisce la variabile tempo: durevole, ossia nel lungo periodo.

Questa è la discriminante che governa la nostra idea di sviluppo sostenibile (nel tempo): un approccio che punta alle persone in una visione prospettica.

Una visione che ragiona per inclusione e non per esclusione, mettendo insieme, in un continuum, benefici sociali e ambientali, il presente con il futuro, il mondo reale e quello “digitale”.

Transizione digitale e culturale

È bene riflettere su tutto questo quando si ha a che fare con la doppia transizione, energetica e digitale: non si tratta solo di un cambiamento epocale in chiave tecnologica, ma soprattutto in ambito sociale, culturale ed antropologico.

Investire nelle transizioni gemelle significa infatti mettere a fattore comune investimenti e costi del non fare, capitale fisico e immateriale, professionalità e mancate competenze, cambiando la nostra concezione del mondo, che non è più fatto di oggetti discreti ma di reti che interagiscono e si influenzano reciprocamente in un gioco di inter-azioni. In questa prospettiva, il primo tassello da porre in essere è proprio quello della riduzione dei gap tra diverse aree geografiche, sociali e anagrafiche, per non lasciare che qualcuno resti indietro.

WINDTRE e gli obiettivi ESG 

Tra i 10 obiettivi di WINDTRE all’interno dell’approccio ESG – Environmental, social, governance – abbiamo proprio cercato di mettere a terra iniziative in grado di attivare il potenziale di diverse categorie sociali e di differenti modelli di comunità. Penso al progetto di capacity building legato all’idea di smart city: fornire ai comuni più estesi soluzioni digitali e competenze per programmare il trasporto pubblico, il fabbisogno energetico o la ricettività turistica.

Oggi, grazie a sistemi predittivi legati all’intelligenza artificiale e all’analisi dei dati, è infatti possibile gestire i flussi dei cittadini che si servono dei mezzi pubblici, pianificando il fabbisogno e gestendo il traffico in maniera intelligente. Allo stesso modo è possibile anticipare le esigenze energetiche degli edifici pubblici, evitando sprechi e creando benefici ambientali e sulle finanze. In questi ambiti, abbiamo avviato una interessante sperimentazione ad Ascoli Piceno e a Modena: il nostro obiettivo finale non è solo quello di offrire i dati e una loro interpretazione ma creare nuove competenze nella pubblica amministrazione, con professionisti in grado di leggere questi dati, metterli a sistema e quindi compiere scelte conseguenti e consapevoli.

Ma non di sola smart city vive l’uomo. L’Italia è il Paese delle migliaia di borghi che per la loro collocazione geografica rischiano di rimanere esclusi dalle transizioni gemelle. Il programma ‘Borghi Connessi’ ha già toccato nel 2022, il suo primo anno 85 piccoli comuni di cui 18 in Sardegna: c’è l’hardware (ossia la rete) ma manca il software (la cultura digitale) nei cittadini e nella pubblica amministrazione. Stiamo quindi svolgendo formazione a 360 gradi soprattutto nei confronti delle persone meno giovani, i primi ad essere potenzialmente esclusi da questo mondo interconnesso. Essi sono così in grado di usufruire dei servizi di una pubblica amministrazione sempre più digitale. Come è evidente, lavorare sul digital gap produce benefici sociali di ampio respiro.

Inoltre, tra i ‘fragili digitali’ non possiamo non avere un occhio di riguardo per le giovani generazioni: con ‘NeoConnessi’ ci rivolgiamo ai bambini delle scuole primarie, alle loro famiglie e agli insegnanti per fornire indicazioni su come ‘abitare’ la tecnologia. Pensiamo in particolare a coloro che sono meno seguiti e rischiano di non avere gli strumenti cognitivi per un approccio equilibrato alla rete. Dal lancio del progetto, avvenuto nel 2018, abbiamo raggiunto un milione di bambini e famiglie grazie anche all’aiuto della Polizia Postale.

Le aziende non sono isole

Tutti questi progetti possiedono un denominatore comune: considerano l’azienda non un’entità isolata ma uno snodo interconnesso all’interno di una rete, che agisce proattivamente per generare impatti positivi, secondo un approccio che definisco di ‘responsabilità digitale’. Oggi le criticità da risolvere sono sempre più complesse e un’azienda da sola non può fare la differenza, se non attivando relazioni con altre entità che integrano a loro volta nuove connessioni e competenze.


A cura di Roberto Basso, Director External Affairs and Sustainability WINDTRE

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