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Motori Smart Story - Addio smartina, ci rivediamo presto?

Smart Story - Addio smartina, ci rivediamo presto?

Alla fine degli anni ’80 del secolo scorso il genio visionario di Nicolas Hayek, l’inventore del fenomeno degli Swatch, gli orologi di plastica che divennero in quell’epoca veri oggetti di culto e persino di speculazione, cominciò a ritenere possibile la creazione di una vettura super compatta, come mai se ne erano viste prima, perfetta per il congestionato traffico delle maggiori metropoli mondiali.

Nelle intenzioni di Hayek, avrebbe dovuto essere esattamente come per i celebri orologi della Swatch: minuscola, colorata, allegra, funzionale, sicura e, cosa poco consueta per quel periodo, anche ibrida. Era ben chiaro che fosse indispensabile un partner industriale automotive per tradurre l’idea in realtà e così, dopo una poco fortunata trattativa con il Gruppo Volkswagen, Hayek trovò un accordo con il colosso Mercedes creando una joinventure dove la Casa della Stella avrebbe avuto il 51% della società mentre ad Hayek andava il restante 49%.

Nel frattempo fra progetti, sviluppo e collaudi si arriva al 1998 quando, finalmente, vede la luce il Marchio Smart e in ottobre viene presentata ufficialmente la prima MCC acronimo di Micro Compact Car. Le dimensioni di questa piccolissima city car lunga solo 2,50 m. e il suo look assolutamente inconsueto suscitarono immediatamente enorme scalpore ma Hayek fu estremamente contrariato dalla scelta tecnica fatta da Mercedes che prevedeva per la vettura due motorizzazioni di piccola cilindrata entrambe a 3 cilindri, una benzina e una diesel, ma nessuna versione ibrida come recitava il capitolato originale. Questa delusione condusse Hayek a cedere tutte le proprie quote a Mercedes che così divenne unica proprietaria del nuovo rivoluzionario brand.

Due posti secchi, un discreto spazio per i bagagli, motore e trazione posteriori, cambio automatico robotizzato e la celebre cellula di sicurezza Tridion a proteggere gli occupanti in caso di urti o incidenti sono alcune delle caratteristiche più evidenti della MCC che sin dall’inizio, nonostante i prezzi non esattamente “popolari”, ottiene in diversi Paesi europei uno straordinario successo. La MCC si afferma come vettura metropolitana assolutamente cool, piccola ma ricca di personalità, proposta in una vasta gamma di colori pastello accesi che spiccano terribilmente nel grigio dilagante del traffico cittadino. Consuma poco con entrambi i powertrain offerti, è incredibilmente facile da parcheggiare anche dove trovare uno spazietto è più problematico come ad esempio a Roma dove rapidamente si afferma come un “must have”.

smart “Torino”, Sondermodell, 1998 ©m3motorcube

La MCC è agile anche se il servosterzo è offerto solo come optional, ha il climatizzatore di serie così come l’ABS e persino l’ESP, il controllo di stabilità, che in quel periodo era di solito appannaggio solo di ben più esclusive vetture e poi è simpatica, “giusta”, piace alla gente che piace e, a dispetto della taglia XXS, è un oggetto che fa status grazie alla propria missione controcorrente.

Insomma, chi guida un’anonima utilitaria è poco considerato ma chi circola con la MCC al contrario fa tendenza. In Germania e in Italia le vendite sono davvero un successo, tuttavia Mercedes continua a perdere soldi perché i listini della piccola Smart che nel 2002 viene denominata City Coupè o City Cabrio, a seconda delle versioni, non riescono a coprire interamente i costi di questo prodotto che è tutto fuorché economico.

La prima serie, quella che reca la sigla di prodotto W450, resta in produzione dal 1998 al 2007 quando debutta la W541 che porta con sé numerosi e significativi cambiamenti. Il più clamoroso è l’aumento della lunghezza che passa da 2,50 m a 2,70 m: 20 cm in più ingombro totale e ben 6 cm di guadagno nel passo rendono la Fortwo (così si chiama ora la “Smartina”) decisamente più confortevole, spaziosa e persino più silenziosa visto che le prime versioni producevano un simpatico ma poco nobile rombo simile a quello di un tosaerba.

©m3motorcube

Nel frattempo si sono avvicendate anche alcune versioni derivate dal progetto originale come è il caso delle poco amate Smart Roadster e Roadster Coupè che non hanno lasciato un grande solco nella storia dell’automobile nonostante il look accattivante, o la Crossblade una sorta di barchetta, mentre più successo ha ottenuto la Forfour, una ben più tradizionale 5 porte che condivide pianale e meccanica con la giapponese Mitsubishi Colt nata nel 2004.

Nel 2014 arriva il lancio della terza generazione delle Fortwo e della rinata Forfour che questa volta nascono da una collaborazione con il Gruppo Renault e fondamentalmente condividono moltissimo con la francese Twingo. Il look della Smart Fortwo resta fedele all’icona originale ma ora, pur restando medesima la lunghezza, la vettura diventa significativamente più larga con 166 cm di ingombro laterale e 155 cm di altezza massima a tutto vantaggio dell’abitabilità. Novità importanti sono quelle proposte per la meccanica che ora non comprende più motori a gasolio ma due unità a benzina da un litro e 3 cilindri, un aspirato da 71 cv e un turbo da 90 cv.

Oltre al consueto cambio automatico, che ora però è un doppia frizione assai più efficiente e godibile nell’impiego, viene offerta anche una trasmissione manuale. La rivoluzione “green” per la Smart Fortwo si completa nel 2017 anno dal quale la Smartina viene offerta esclusivamente con propulsione elettrica guadagnandosi così l’ingresso nella famiglia EQ. Grazie alla sua batteria da 17,6 kWh promette un’autonomia di 130 km ma un listino che parte da circa 29.000 euro la rendono un’auto per pochi. Va osservato però che dopo 36 anni di onorato servizio la EQ Fortwo trasforma in realtà la visione originale di Hayek che immaginava una vettura compattissima, originale, divertente e col minor impatto ambientale possibile.

Ora è arrivato il momento di dire addio a questa autentica outsider del mondo automotive, un modello che ha fatto storia, che è stato amato e ancora lo è da intere e numerose schiere di automobilisti che per nulla al mondo rinuncerebbero al piacere e alla comodità di guidare una Smart, ad una icona del design e dello stile che ha saputo dire grandi cose in dimensioni minuscole.

La Smart Fortwo è diventata per tantissimi come un abito su misura, un’abitudine cui è difficile rinunciare, un’amica fedele e fidata. E’ davvero malinconico doverle dire addio ma…, chissà…., ci sono già rumors e…., a volte ritornano…, stay tuned… 😀

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