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Lifestyle Digital life, i benefici della connettività per gli italiani

Digital life, i benefici della connettività per gli italiani

Secondo il 3° Rapporto sul valore della connettività in Italia, la connessione a internet rappresenta un diritto sociale, al pari di sanità e previdenza.

La connessione a internet è per quasi 9 italiani su 10 (88,7%) un diritto sociale, come la sanità o la previdenza. Ne sono convinti l’84,1% dei giovani, il 90,5% degli adulti e l’88,5% degli anziani. È questo il principale dato che emerge dal 3° Rapporto sul valore della connettività in Italia realizzato dal Censis in collaborazione con Wind Tre.

Il costo vantaggioso del traffico in Italia

Il report analizza come il nostro Paese sia il più inclusivo al mondo, con i prezzi del traffico dati più bassi nello scenario globale. Confrontando il costo medio di un gigabyte di traffico dati su rete mobile nei Paesi del mondo nel 2022, l’Italia presenta, insieme a Israele, il valore più basso. Tutti i Paesi comparabili al nostro presentano prezzi più elevati. Il costo medio di un gigabyte di traffico dati su rete mobile in Italia è inferiore del 47,3% rispetto alla Francia, dell’80,0% rispetto alla Spagna, del 95,5% rispetto alla Germania, del 97,9% rispetto agli Stati Uniti. Tra il 2019 e il 2022 in Italia il costo medio di un gigabyte di traffico dati su rete mobile si è ridotto del 93,0%, in Francia dell’81,3%, in Germania del 61,7%, negli Stati Uniti del 32,6%, mentre in Spagna è aumentato del 7,0%. Un costo medio del traffico dati su rete mobile così basso nel nostro Paese ha di fatto consentito una maggiore inclusione sociale mediante l’accesso a internet.

Seppur i prezzi del traffico online risultino tra i più bassi, per l’80,8% dei cittadini (l’84,5% dei giovani) l’accesso alla rete dovrebbe essere gratuito. Per il 46,2% la copertura dei costi dovrebbe avvenire per mezzo di un contributo dei grandi generatori di traffico, come Google e Meta. Per il 34,6% dovrebbe essere posta a carico della fiscalità generale. A chiedere una partecipazione economica delle Over The Top per la copertura dei costi sono soprattutto i giovani (51,3%) e i laureati (49,8%). Il 19,2% degli italiani è invece contrario alla gratuità di internet: l’8,3% ritiene che ciascun utente dovrebbe pagare di tasca propria la connessione e il 10,9% si dice contrario a caricarne i costi sulla fiscalità generale.

I vantaggi della connettività

Come si evince dal report di Censis-Wind Tre, la connessione a internet rappresenta quindi uno strumento indispensabile per la vita professionale e individuale delle persone. Ma quali sono i principali vantaggi della connettività? In primo luogo, Internet permette di avere immediato accesso al mondo dell'informazione; i motori di ricerca consentono infatti di accedere in pochi secondi a tutte le informazioni a cui si è interessati, a portata di click.

Ma la connettività ha anche un valore educativo: una connessione a internet consente di informarsi su temi specifici e quindi può avere una valenza didattica che garantisce l'opportunità di accedere a milioni di pagine web contenenti risorse educative.

Essere sempre connessi, inoltre, consente di facilitare e velocizzare la comunicazione fra più individui, annullando le barriere di tempo e spazio. Ciò implica diversi vantaggi dal punto di vista relazionale: avere una buona connessione a Internet consente la gestione delle relazioni, sia da un punto di vista professionale che da un punto di vista personale.

Le opportunità dell’Intelligenza Artificiale

A proposito di connettività e internet, cosa ne pensano gli italiani dell’Intelligenza Artificiale? Dal Rapporto Censis in collaborazione con Wind Tre emerge un giudizio molto cauto, seppur la maggioranza ne dà una valenza positiva: il 46,3% dei cittadini la considera l’IA una opportunità, il 37,6% una minaccia, il 16,1% non sa che cosa pensare. I giudizi sugli impatti dell’IA sono più positivi tra i giovani (il 55,3% la considera una opportunità) e tra i laureati (59,2%). Il 61,6% degli italiani auspica per il momento una sorta di moratoria: ritiene opportuno bloccare, almeno per un periodo, le ricerche sull’IA per concordare le regole in grado di evitare eventuali problemi relativi alla gestione dei dati e alla generazione di notizie false.

Tra i più cauti, figurano soprattutto gli anziani (83,1%), le persone in possesso di bassi titoli di studio (71,4%) e le donne (64,8%). Del resto, l’81,6% degli italiani ritiene urgenti leggi chiare e regolamenti precisi per evitare che lo sviluppo delle tecnologie digitali metta nelle mani sbagliate strumenti molto potenti. Solo l’8,4% è contrario a introdurre regole stringenti e il 10,1% non si è formato una opinione in proposito.

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