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Economia Mes, Italia, ratifica e riforma: cosa c'è da sapere

Mes, Italia, ratifica e riforma: cosa c'è da sapere

(Adnkronos) - L'Italia non ha ancora ratificato il Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità. Nell'ambito del quadro finanziario dell'Ue, secondo la premier Giorgia Meloni, "ci sono anche altri strumenti che sono anche più efficaci nell'attuale contesto". Ma cos'è il Mes? Come funziona? Cosa cambia con la riforma?

Il Mes è il meccanismo per la risoluzione delle crisi creato nel 2012 per gli Stati dell'area euro. Serve a fornire assistenza ai Paesi dell'Eurozona che hanno seri problemi finanziari; raccoglie fondi sul mercato dei capitali e mediante transazioni sul mercato monetario. Non è finanziato da denaro dei contribuenti, capitale a parte: si finanzia sui mercati, emettendo obbligazioni.

La creazione del meccanismo può essere interpretata come un passo per 'rimediare' ad un'anomalia: l'Ue ha una banca centrale, la Bce, che non può essere "prestatore di ultima istanza".

Il ruolo del Mes è diventato primario dopo la crisi della Grecia tra il 2010 e il 2011. Il Mes ha sede a Lussemburgo, è un organismo intergovernativo (non un'istituzione Ue) e ha una capacità di prestito massima di 500 mld di euro. Dal luglio 2013 ha sostituito l'Efsf, European Financial Stability Fund, il quale ha assistito Irlanda, Portogallo e Grecia. L'Esm ha fornito assistenza finanziaria alla Grecia, a Cipro e alla Spagna.

Lo statuto del Mes è ricalcato sul modello delle banche d'affari, come quello del Fmi, e prevede l'immunità per i suoi dirigenti. L'articolo 3 del trattato istitutivo, che rimane invariato nella riforma, prevede che le sue risorse vengano erogate "under strict conditionality" (con condizionalità rigide).

La riforma, basata su diversi pilastri (backstop del Fondo Unico di Risoluzione, linee di credito dell'Esm, sostenibilità del debito, cooperazione dell'Esm con la Commissione Europea), si è resa necessaria per dare al Mes una serie di nuovi compiti, nell'ambito degli obiettivi approvati dai capi di Stato e di governo dell'Ue nel dicembre 2018, per completare l'unione economica e monetaria e, appunto, l'Esm (Mes).

Dopo un lungo negoziato, è stata chiusa a fine 2019, ma non era stata approvata fino ad oggi per le difficoltà politiche dell'Italia.

BACKSTOP - Tra questi obiettivi, c'è anzitutto il backstop , cioè la garanzia di ultima istanza, per il Single Resolution Fund (Srf), o Fondo Unico di Risoluzione: quest'ultimo è un fondo, finanziato dalle banche stesse e non dai contribuenti, che interviene per 'risolvere', come si dice in gergo, le banche fallite. Questa garanzia (backstop) dovrebbe essere fornita dall'Esm, con una linea di credito che fa, appunto, da garante di ultima istanza, cioè nel caso in cui l'Srf si trovi a corto di fondi. La sua esistenza dovrebbe contribuire a scoraggiare attacchi speculativi.

L'Srf potrà fare ricorso al Mes solo in ultima istanza, cioè se avrà esaurito le sue risorse e il Single Resolution Board, che lo controlla, non fosse in grado di raccogliere risorse in altro modo. La decisione sulla concessione della linea di credito dal Mes all'Srf viene presa, sulla base di una richiesta del Srb e di una proposta del direttore del Mes, dal board dei governatori del Mes, che sono alti funzionari dei ministeri delle Finanze dell'area euro.

La decisione del board avviene per consenso, ma se la Commissione Europea e la Bce ritengono che sia in gioco la sostenibilità dell'Eurozona, allora si può votare a maggioranza qualificata (85% dei voti espressi), secondo una procedura che esiste dal 2012 per gli strumenti di aiuto finanziario.

LINEE DI CREDITO AGLI STATI - Il Mes ne ha a disposizione di due tipi, le Precautionary Conditioned Credit Lines (Pccl) e le Enhanced Conditions Credit Line (Eccl); la riforma punta a rendere le prime più "efficaci".

Le linee del Pandemic Crisis Support creato nella prima metà del 2020 per aiutare gli Stati a combattere la pandemia di Covid-19, e finora inutilizzate, non fanno parte della riforma.

Le Pccl sono a disposizione di Stati membri dell'area euro con fondamentali economici "solidi", ma che vengono colpiti da choc avversi al di là del loro controllo. La Pccl funziona come una polizza di assicurazione: in pratica, l'assunzione di base è che il fatto stesso che esista sia sufficiente a placare i mercati; in questo modo, non ci dovrebbe essere neanche bisogno di utilizzarla.

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