TARI 2024: le istruzioni sulle scadenze
(Adnkronos) - Entro il 31 luglio diversi contribuenti di vari Comuni italiani sono chiamati al pagamento della TARI 2024.
La tassa sui rifiuti è dovuta dai contribuenti possessori o detentori a qualsiasi titolo di locali o aree scoperte, suscettibili di produrre rifiuti urbani.
Le scadenze da rispettare e le agevolazioni previste sono stabilite dai regolamenti comunali. I contribuenti devono quindi provvedere alle apposite verifiche, sulla base della propria residenza.
Il punto sulle istruzioni da seguire e le modalità di pagamento.
Chi è chiamato al pagamento della TARI 2024? La tassa sui rifiuti è disciplinata dalla Legge di Bilancio 2014 e deve essere corrisposta per il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte, suscettibili di produrre rifiuti urbani.
Sono escluse dall’applicazione del tributo locale le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non operative, e le aree comuni condominiali non detenute o occupate in via esclusiva.
Nel caso di più possessori o detentori, i soggetti sono obbligati in solido all’adempimento tributario.
In linea generale le scadenze per il pagamento della TARI sono tre;
La scadenza per il pagamento della TARI varia da Comune a Comune, dal momento che la riscossione della tassa sui rifiuti per i servizi di raccolta, trasporto e smaltimento o recupero dei rifiuti urbani è responsabilità di tali enti locali.
Per avere certezza sui termini di pagamento si deve quindi controllare i regolamenti locali in cui il contribuente ha la propria residenza. Per diversi Comuni una delle scadenze in calendario è quella del 31 luglio 2024. Tra questi, ad esempio, il Comune di Roma e quello di Firenze.
Dopo aver chiarito chi è chiamato al pagamento della TARI ed entro quali termini, che possono variare a seconda del Comune di residenza del contribuente, passiamo alle modalità di calcolo della tassa sui rifiuti.
L’importo da pagare è determinato sulla base della superficie dell’immobile preso in considerazione.
Per calcolare la somma dovuta si deve considerare le superfici dichiarate o accertate ai fini dei precedenti prelievi sui rifiuti.
Il Comune, per le unità immobiliari iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano, può considerare come superficie assoggettabile alla TARI quella pari all’80 per cento della superficie catastale.
o
Così come le scadenze dei versamenti, anche le modalità di pagamento della TARI variano da Comune a Comune.
Sono generalmente tre le possibilità tra cui i contribuenti possono scegliere:
Nel caso di pagamento tramite modello F24 è necessario utilizzare l’apposito codice tributo 3944. Si dovrà inserire la sequenza di cifre nella sezione “IMU ed altri tributi locali”. Si dovrà inoltre indicare il “codice ente/codice comune” relativo al proprio Comune di residenza.
Fino al 2020 la TARI e la TEFA sono stati due tributi versati insieme. Attualmente la TEFA, tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente, deve essere corrisposta in modo scorporato.
I codici tributo per il versamento sono stati stabiliti dalla risoluzione numero 5/2021 dell’Agenzia delle Entrate. Nello specifico devono essere indicati quelli che seguono:
Anchele agevolazioni tariffarie per i cittadini in situazione di difficoltà economica possono essere stabilite dai Comuni.
Sono inoltre previste riduzioni, sia obbligatorie che facoltative. Le riduzioni obbligatorie si riferiscono a determinate situazioni:
Una riduzione della tassa sui rifiuti è riconosciuta anche per i pensionati esteri, titolari di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l’Italia. In questo caso la riduzione prevista per i soggetti non residenti nel territorio dello Stato per la tassa è di due terzi.
Tra le riduzioni facoltative, invece, rientrano le seguenti:
Anche in questo caso si dovrà fare riferimento al regolamento comunale in cui il soggetto ha fissato la sua residenza.