Il Dl Ambiente diventa Legge: cosa cambia?
(Adnkronos) - Il 10 dicembre 2024 con il voto favorevole alla Camera dei deputati, il Dl 153/2024, cosiddetto Decreto Ambiente, termina il suo iter parlamentare e diventa legge. Il provvedimento va a modificare e integrare il Testo unico sull’ambiente del 2006 introducendo disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell’economia circolare, l’attuazione di interventi in materia di bonifica di siti contaminati e dissesto idrogeologico. Tra le principali novità introdotte, ricordiamo: la semplificazione delle autorizzazioni per le procedure di valutazione dell’impatto ambientale (VIA) per i progetti che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi contenuti nel Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima); l’obbligo di presentazione di una dichiarazione che certifichi la disponibilità legale del terreno sul quale sono previsti interventi per la realizzazione di impianti di energia rinnovabile come fotovoltaico, biogas e biometano; la creazione di una via preferenziale per la messa a terra di progetti definiti prioritari tra cui gli impianti di accumulo idroelettrico mediante pompaggio, lo stoccaggio, cattura e trasporto di CO2, la conversione di impianti industriali in bioraffinerie, la realizzazione di nuovi impianti idroelettrici fino a 10 MW di potenza. Sempre in tema di energie rinnovabili, viene data priorità di destinazione dei fondi Pnrr e Pniec alla realizzazione di progetti legati alla produzione di idrogeno verde, fotovoltaico ed eolico di grandi dimensioni compresi gli impianti agrivoltaici superiori a 50 MW e impianti eolici terresti superiori a 70 MW. Inoltre, vengono indicate dal Governo le zone prioritarie per le rinnovabili al fine di semplificare e accelerare le procedure autorizzative. In materia di economia circolare, tra l’altro, viene rafforzato il ruolo dell’Albo Gestori Ambientali con l’introduzione di nuove regole per facilitare la gestione dei rifiuti da parte delle piccole imprese. Per contrastare il dissesto idrogeologico, viene introdotto l’obbligo per i Comuni di mappare le aree a rischio e pianificare interventi specifici, tra i quali quelli relativi alla manutenzione di fiumi e torrenti per mitigare i rischi e viene rafforzato il ruolo del Commissario Straordinario che potrà disporre di maggiori risorse e poteri per la gestione di interventi legati all’uso delle acque reflue urbane. In tema di idrocarburi, viene vietato il rilascio di nuovi permessi per la ricerca e lo sfruttamento di idrocarburi liquidi sia a terra che in mare, viene ridotta da 12 a 9 miglia la distanza dalla costa e dalle aree protette per le piattaforme offshore di estrazione di gas fossile. Infine, vengono previste norme specifiche per la manutenzione del verde pubblico del paesaggio urbano e rurale. A livello finanziario, vengono estesi al 2025 i finanziamenti di Cassa Depositi e Prestiti fino a 500 milioni di euro a sostegno di progetti di sicurezza energetica e tutela ambientale del Piano Mattei.