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Spettacolo Zucchero: "Al Mic per la musica servirebbe anche uno come Morgan"

Zucchero: "Al Mic per la musica servirebbe anche uno come Morgan"

Reggio Emilia, 18 nov. (Adnkronos) - "Al Mic un nuovo consigliere per la musica? Bisogna vedere cosa si intende per musica... Beatrice Venezi è una direttrice d'orchestra, ma non è detto che solo per questo motivo possa dare un buon servizio alla musica. Se poi per musica si intende solo quella classica, quella 'colta', allora siamo rovinati: saremo sempre indietro, faremo come i gamberi". Risponde così Zucchero - a Reggio Emilia per la presentazione del suo concerto che il 9 e 10 giugno inaugurerà la nuova struttura della Rcf Arena a Campovolo - rispondendo alla domanda della AdnKronos sulla nuova nomina decisa dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dopo che inizialmente era circolato per quel ruplo, su proposta del sottosegretario al Mic Vittorio Sgarbi, il nome di Morgan.

"Io avrei messo una come lei per la musica classica e un altro per l'altra musica - afferma Zucchero - Morgan? Il suo problema è che è un po' umorale... però è geniale! Serve chi conosca e ami e sia preparato anche per l'altra musica. Non va bene mettere tanta tecnica ma poco cuore", sottolinea il cantautore emiliano. E si spiega con alcuni esempi: "Non ho mai trovato un musicista virtuoso che sappia arrivare al cuore e viceversa: persino i Beatles non erano ottimi musicisti e neanche i Rolling Stones o Bono e gli U2; mentre io ho avuto musicisti straordinari dal punto di vista della tecnica musicale, ma che non sono mai stati in grado di comporre qualcosa che funzionasse, che arrivasse al cuore e alla gente".

Restando alla politica e alle istituzioni, Zucchero risponde: "Il governo Meloni e la destra al potere mi fanno paura? Le abbiamo provate tutte, proviamo anche questa... anche se non so se e quanto durerà. Certo che hanno già dato un segnalino strano sui rave... ho pensato 'non è che ora non si fanno più le feste dell'Unità? - dice sorridendo - Poi ho pensato: ma sì, andiamo avanti, basta che non rompano i c..." e completa la frase sempre con un bonario sorriso.

"Politicamente - prosegue Zucchero - si dovrebbe avere un politico di cui sei sicuro al 100% , che sia sano, corretto, devoto al suo compito: lì ho sempre un po' diffidato... specie sotto le elezioni. Ho sempre detto di no, anche se ho le mie idee che non sono poi neanche tanto segrete... Certo che ultimamente siamo messi male...". Quanto a lui, "molti pensano che sia burbero e spigoloso e lo sono; non sono tanto diplomatico, però mi salva e mi frena la mia parte fanciullesca, se no sarei un rivoluzionario".

Zucchero risponde anche su 'Bella Ciao': "Ognuno fa quel che si sente di fare, non si possono accontentare tutti, io forse sono uno che divide anziché mettere insieme. Tutti dobbiamo essere buoni? Ho visto redenzioni patetiche... - confessa il cantautore emiliano - Non sono mai stato troppo buonista o politically correct. Io 'Bella Ciao' l'ho cantata e la ricanterei, senza problemi. Mia nonna mi parlava dei partigiani e 'Diamante' racconta la fine della guerra, per me non è un brano divisivo. Ho composto 'Partigiano Reggiano' e c'era chi voleva abbattere una casa dove erano riportate due strofe del brano, perché dicevano che disturbava gli autisti! Ma 'Bella Ciao' bisogna saperla cantare con lo spirito giusto".

Al Festival di Sanremo come ospite d'onore? Ma se non mi vogliono più neanche in gara...", risponde poi Zucchero. "Sarà il Festival degli Influencer... e io sono contro gli influencer, dunque a me mi lasciano a casa e non ci pensano neanche a chiamarmi".

Tornando al concerto di Campovolo, "davvero una bella responsabilità!", esclama Zucchero non nascondendo il 'peso' che sente. "Sono contento e onorato che abbiano pensato a me, ho suonato pochissimo a Reggio Emilia, proprio a Campovolo alla fine degli anni Ottanta e tre concerti al teatro Municipale, ma era un racconto quasi intimo. Tornare a Reggio per me è il concerto dell'amore per questa terra e per le mie origini".

Confessa Zucchero: "Nonostante da piccolo i miei mi abbiano portato via da qui, provo un attaccamento viscerale per questi luoghi e ho quasi paura a tornarci, anche solo per una giornata, perché temo sempre che sarà cambiata da quando ero ragazzo, come del resto è cambiato tutto. E allora, ci vado con i piedi di piombo perché voglio ricordare e salvaguardare quella immagine che avevo io da ragazzo. E' un fatto romantico, ma anche di modus vivendi".

Ricorda ancora Zucchero: "Quelli erano tempi duri, ma anche di grande solidarietà, la gente era molto genuina, almeno nei ricordi del mio piccolo paese, con un senso di ironia e di sarcasmo che mi fa ridere e star bene. Basti pensare alla bonomia con cui esclamano 'Che t venia un cancher...', che altrove suonerebbe come una maledizione. Addirittura, avevo pensato di intitolare proprio così il concerto... ma mi hanno consigliato che è meglio di no".

Quanto alle possibili 'salite' con lui sul palco, "quando fai una festa, vuoi condividerla con artisti che siano in sintonia con la tua musica. Ci lavorerò: per ora nessun nome, vorrei fare una sorpresa al pubblico, anche perché le cose belle accadono sempre all'ultimo momento", si limita ad anticipare Zucchero.

"Ognuno decide della sua vita e della carriera come vuole - sottolinea infine Zucchero - io vivo di musica, anche quando non sono in tournée, mi sveglio con idee musicali da sviluppare; il mio essere artista è totale, non riesco a stare fermo anni, io ho il calendario aperto, non riesco a immaginarmi a casa o in vacanza a rompermi i c... Non so sciare, non vado a cavallo, odio il mare d'estate, faccio solo camminate nel parco e fra i miei animali...".

(dell'inviato Enzo Bonaiuto)

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