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Spettacolo Federico Paciotti: "I Gazosa erano genuini, oggi sarebbe complicato"

Federico Paciotti: "I Gazosa erano genuini, oggi sarebbe complicato"

Roma, 12 nov. - (Adnkronos) - "Con i Gazosa è stata un'avventura meravigliosa che ha trasmesso genuinità. Oggi, alla luce del panorama musicale attuale, dominato da talent show e social media, sarebbe complicato replicare quel progetto". Federico Paciotti, chitarrista degli allora giovanissimi Gazosa si racconta così all'Adnkronos. Dalla vittoria sul palco di Sanremo Giovani nel 2001 con 'Stai con me (Forever)' al tormentone estivo 'www.mipiacitu', Paciotti, che ha debuttato a soli 11 anni, torna oggi 37enne con 'Cuore in polvere', brano scritto da Morgan che anticipa l'album 'Lirica', in uscita a fine novembre. Un album registrato in presa diretta, un ritorno alle radici della produzione musicale.

"'Cuore in Polvere' è un brano molto importante", afferma Paciotti. "Il brano affronta il tema del dolore per la perdita di una persona cara e la necessità di trovare la forza di rialzarsi e affrontare la vita". Un tema toccante, legato alla perdita dei genitori: "Nel 2020 ho perso mia madre e nel 2022 mio padre. È stato un colpo durissimo. Ho sempre avuto un rapporto fantastico con i miei genitori. Mio padre mi ha iniziato alla musica a cinque anni, quando ho preso in mano la chitarra per la prima volta". E aggiunge: "In questo periodo buio la musica mi ha aiutato. È liberatoria e aiuta a stare con chi ti vuole bene, a superare i momenti difficili".

L'approccio musicale di Paciotti, che fonde rock e canto lirico, nasce dalla sua duplice passione per la chitarra elettrica e per l'opera lirica, coltivata fin dall'infanzia grazie alla nonna. Dopo i Gazosa, Paciotti ha deciso di approfondire gli studi musicali, laureandosi in canto lirico al Conservatorio di Santa Cecilia. L'idea di unire i due generi è nata guardando il film 'Moulin Rouge' e la reinterpretazione in stile tango di 'Roxanne' dei Police. "Da lì ho iniziato a sperimentare. Ai miei concerti vengono appassionati di rock e di opera, ma anche giovani che, grazie a questo mix, scoprono il patrimonio musicale italiano".

"E oggi questo album mi rappresenta a 360 gradi", afferma l'artista che si sofferma sull'esperienza dei Gazosa: "Mi ha dato tanto sia livello professionale che umano. Siamo nati perché mio padre e quello di Jessica (Morlacchi, ndr) andavano nello stesso negozio di strumenti. La domenica andavamo in sala prove con le pastarelle. Non c'era nessuna aspettativa professionale, se non quella di coltivare la passione per l'arte". Anche oggi, a distanza di tanti anni, "ci sentiamo spessissimo". A proposito del tormentone 'Www.mipiacitu', che ancora oggi risuona a 23 anni di distanza, Paciotti confessa: "Mi sono chiesto spesso cosa pensassi di quella canzone. Avevamo 14 anni, era normale cantare cose del genere, sebbene fossimo appassionati di gruppi come i Led Zeppelin. La ricordo con simpatia e un giorno la farò sentire ai miei figli".

E ai giovani che oggi si affacciano al mondo della musica il consiglio è "di non cadere nel grosso equivoco del successo. Si pensa che i talent show e i social media siano la chiave per il successo, e che se non si raggiunge la fama si è dei perdenti. Questo è sbagliato. Approcciarsi all'arte, in qualsiasi forma, dovrebbe essere un percorso di scoperta personale e di condivisione con gli altri, non una corsa alla fama. La vera soddisfazione non sta nei numeri o nelle luci della ribalta, ma nel vivere la propria passione quotidianamente".

"Salire sul palco e condividere ciò che si sente e si vive ogni giorno è la cosa più bella. Il pubblico percepisce l'autenticità, la genuinità di un artista. Solo la passione vera crea quella magia che rende l'arte un'esperienza condivisa e significativa. La finzione non funziona", afferma Paciotti che sull'uso dell'auto-tune non ha dubbi: "Se viene usato come un effetto, simile a un distorsore per la chitarra, per ottenere un suono particolare, allora va bene. Ma se vuoi essere un cantante, devi saper cantare".

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