Tullio Solenghi: "Porto in scena la comicità di Woody Allen"
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Dio è morto, Marx pure e neanche io mi sento tanto bene...". La celebre frase recitata in un film da Woody Allen (in realtà una citazione di Eugene Ionesco, il 're' del teatro dell'assurdo) viene ora riprodotta - depurata però dal riferimento a Marx, forse per l'eccessiva lunghezza - nel titolo dell'ultima proposta teatrale di Tullio Solenghi, che sarà in scena dal 2 al 5 marzo al teatro Parioli di Roma. "Il titolo dello spettacolo, 'Dio è morto e neanche io mi sento tanto bene', vuole essere un omaggio a Woody Allen, alla sua ironia e al suo modo di fare comicità", spiega l'attore intervistato dalla AdnKronos.
"L'idea di partenza - rivela Solenghi - è cercare di rendere partecipe il pubblico della stessa folgorazione che ebbi io, appena ventenne, quando per la prima volta lessi il suo primo libro, 'Saperla lunga', che aveva una bellissima presentazione di Umberto Eco; cui poi seguirono 'Citarsi addosso' ed 'Effetti collaterali'. Quegli scritti mi aprirono la mente in termini di comicità: fino ad allora, facevo solo teatro classico ma coltivavo dentro di me l'intenzione di dedicarmi al teatro comico e quello fu un po' il mio Sacro Graal... Per la prima volta, capii che si poteva far sorridere in modo diverso da quello cui ero abituato, ricorrere a una comicità surreale, spiazzante, direi persino folle. Una tipologia che poi abbiamo praticato anche con il trio Marchesini-Lopez-Solenghi".
Lo spettacolo, anticipa Solenghi, "è costruito fra recitazione e musica, con estratti dai libri di Woody Allen che si rifanno ai suoi rapporti con la religione, con la psicoanalisi, con l'universo femminile; e ogni tanto li infioretto con qualche suo famoso aforisma. Ad affiancarmi in scena è il Nidi Ensemble con cui abbiamo congegnato l'idea di proporre agli spettatori alcuni brani musicali scelti dallo stesso Woody Allen per alcuni suoi film, da George Gershwin a Cole Porter, per penetrare ancor meglio nel mondo complesso di Woody Allen".
(di Enzo Bonaiuto)