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Spettacolo Mario Venuti: "Oggi è tutto un po' fake, il consumo della musica è bulimico"

Mario Venuti: "Oggi è tutto un po' fake, il consumo della musica è bulimico"

Roma, 19 apr. - (Adnkronos) - I canali di streaming portano ad un consumo "bulimico" della musica e i numeri di streaming non riflettono il vero successo commerciale: "Oggi è tutto un po' fake. Tre milioni di streaming, non sono 3 milioni di dischi venduti, ma ben altra cosa". Così Mario Venuti riflette, con l'Adnkronos, sull'attuale panorama musicale in occasione dell'uscita del nuovo album 'Tra la carne e il cielo', l'undicesimo in studio, prodotto da Microclima, fuori da oggi insieme al singolo 'Degrado' in rotazione radiofonica. Il nuovo progetto discografico, composto da 12 brani, dal punto di vista del sound, si presenta come un’evoluzione elettrificata del precedente 'Tropitalia', album di cover uscito nel 2021 che rileggeva 11 canzoni del repertorio storico italiano.

Tra un concerto e l'altro, la scrittura dell'album ha portato via circa un anno. "La creatività funziona un po' come i motori a scoppio", racconta l'artista che aggiunge: "all'inizio si lascia un po' riposare, poi, piano piano, questo motore viene riacceso e si riprende il ritmo. Le canzoni vengono fuori una dietro l'altra abbastanza spontaneamente e succede sempre un po' così". Questo nuovo lavoro discografico affronta senza filtri tematiche di critica sociale, come il nuovo singolo 'Degrado' che affronta il tema dell'incuria e dell'abbandono. "Con la maturità sono sempre più interessato all'attualità e al sociale e inevitabilmente questi temi ricadono anche nelle mie canzoni".

Il degrado, poi, sottolinea l'artista, "è sotto i nostri occhi, tutti i giorni: le montagne di rifiuti, le strade dissestate e i comuni in default che non sanno mettere una toppa". Il degrado, però, "non è solo economico. Bisogna avere più senso civico e una cultura del bene comune". Il nuovo album spazia dal pop al jazz e al blues e a molti altri generi, con un occhio sempre attento al Brasile, uno dei luoghi del cuore dell’artista. "Sento una forte affinità con la musica brasiliana per vari motivi, perché è una musica che può essere popolare e colta al tempo stesso. E' un continente molto variegato: ha qualcosa di naif, però al tempo stesso ha qualcosa di molto sofisticato. Questa cosa mi attrae, si confà un po' ai miei gusti, alla mia attitudine e a quello che cerco nella musica".

Quanto all'attuale panorama musicale, Venuti si muove su un binario parallelo. Dal punto di vista del suono, per esempio, "questo è un disco tutto suonato. Oggi la maggior parte dei lavori discografici è fatta al computer, la musica è abbastanza sintetica ma, per carità, non ho nulla in contrario. A me personalmente - confessa - piace far sentire proprio il suono delle chitarre elettriche, delle batterie, delle percussioni. Ci sono gli archi, ci sono i fiati: in questo disco è tutto vero". Quanto allo stile, "ho una ricerca armonica che oggi, forse è anche addirittura considerata démodé, però a me ancora piace. Oggi - sostiene - l'armonia è ridotta al minimo, questo perché gli algoritmi hanno scoperto che il pubblico è sensibile a determinate successioni armoniche e quindi si ripropongono sempre le stesse che portano a fare le canzoni tutte uguali". "Personalmente questa regola qua non la voglio seguire: a me piace l'effetto sorpresa".

La musica di Mario Venuti, dunque, si colloca in un mondo a parte nonostante i tempi siano cambiati. "I mezzi di fruizione, i canali di streaming portano ad un consumo bulimico della musica e quindi inevitabilmente anche superficiale". E anche la 'ricerca' musicale è molto cambiata nel corso degli anni. Venuti ricorda: "Ai miei tempi mettevo da parte i soldi, sceglievo accuratamente il disco da comprare, dopo aver letto le recensioni sulle riviste musicali e poi mi immergevo nell'ascolto. C'era tutto uno sforzo dietro che oggi nessuno più fa".

L'artista, dunque, non nasconde il suo scetticismo verso le piattaforme di streaming e i social, criticandoli per la loro tendenza a svalutare l’arte. "E' un mercato defunto. Quando sento parlare di dischi di platino mi chiedo 'ma per chi?'. Non per fare il nostalgico, ma una volta quando si vendevano i dischi di platino erano i dischi effettivamente venduti che generavano anche un giro di affari importante. Oggi insomma è tutto un po' fake. Tre milioni di streaming, non sono 3 milioni di dischi venduti, è ben altra cosa". E quanto ai suoi progetti futuri: "Da questo punto di vista sono indomito. Ho sempre voglia di ricercare cose diverse e mi piace un po' mettermi alla prova, sfidarmi su nuovi territori sempre nell'ambito della mia cultura e storia musicale", conclude il cantautore. (di Loredana Errico)

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