"Così è (se vi pare)" per Milena Vukotic e Pino Micol al Quirino di Roma
Roma, 12 apr. (Adnkronos) - La verità, la pazzia, l'identità perduta o ritrovata o mai esistita, si muovono fra giochi di specchi e ologrammi nella regia di Geppy Gleijeses per 'Così è (se vi pare)', il capolavoro di Luigi Pirandello ora in scena fino al 23 aprile al teatro Quirino di Roma con Milena Vukotic, Pino Micol e Gianluca Ferrato fra i personaggi che si muovono nella scenografia ideata da Roberto Crea. Protagonisti - il marito, la suocera, la moglie - che assieme al Laudisi alias Pirandello giganteggiano rispetto alle piccolezze di tutta quella pletora di persone interessata a capire e a carpire una verità che possa tranquillizzare, soddisfare e saziare la loro curiosità.
Il tema della verità e della pazzia si intersecano nella storia, che vede una famiglia, scampata al terremoto che nella Marsica ha distrutto tutte le case e sterminato praticamente tutti gli abitanti, trovare sistemazione in un altro paese. Ma il fatto che il marito tenga nascosta la moglie che nessuno ha mai visto scendere in strada e la sottragga persino alle visite della madre, alloggiata in un altro appartamento con l'autorizzazione a incontrare la figlia solo a distanza, parlandosi una dal cortile e l'altra affacciata al balcone, scatena una ridda di ipotesi che si traducono in presunte colpevolezze e pazzie, ora dell'uno ora dell'altra.
"Ho chiesto a un grande videoartist, Michelangelo Bastiani, di creare degli ologrammi assolutamente tridimensionali, donnine e omini alti 60 centimetri, quegli 8 personaggi che prima dell’ingresso della signora Frola inutilmente si affannano per scoprire una verità che non esiste - spiega il regista Geppy Gleijeses, direttore artistico del teatro Quirino - Solo all’ingresso della signora, rivediamo quegli esserini in dimensioni normali: piccoli uomini e donne che riprendono le loro reali fattezze di fronte alla grandezza e all’amore di una madre".
La scena è un buco nero, "come lo aveva visto nel suo incubo Pirandello, in un labirinto di specchi, come in un terribile parco di divertimenti. E Laudisi con quegli specchi gioca e spaventa, perché lui sa che la verità assoluta non esiste, che ognuno ne ha una propria, che è vero solo quello che crediamo sia vero. Il resto è sogno, incubo, illusione".
(di Enzo Bonaiuto)