"Chi ha paura di Virginia Woolf?" versione Latella con Sonia Bergamasco
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - La commedia borghese e psicologica 'Chi ha paura di Virginia Woolf?', che ospita un autentico gioco al massacro fra i protagonisti, da realistica si fa visionaria, quasi onirica, nella versione lacerante e vorticosa voluta dal regista Antonio Latella per i due protagonisti, Sonia Bergamasco e Vinicio Marchioni, affiancati dai co-protagonisti Ludovico Fededegni e Paola Giannini, in scena fino al 12 febbraio al teatro Argentina di Roma. L'intera vicenda narrata da Edward Albee - al cui successo e diffusione nel mondo contribuì anche il film che vide come attori principali Richard Burton ed Elizabeth Taylor - si svolge nelle poche ore notturne che vedono una coppia di mezza età ospitare in casa un'altra coppia più giovane; una 'ospitalità' che si rivelerà sempre più insidiosa e insostenibile ma al tempo stesso coinvolgente.
Proporzionalmente ai fumi dell'alcool, salgono anche i toni del confronto fra moglie e marito, le provocazioni, le sfide, con le note del pianoforte suonato dalla Bergamasco a fare da contrappunto ai livelli sempre più mossi e agitati della conversazione, sin dalla prima scena in cui il motivetto 'Who is afraid of the bad wolf?', ovvero 'Chi ha paura del lupo cattivo?', viene dall'autore volutamente 'storpiato' con un gioco di parole inglese in 'Who is afraid of Virginia Woolf', che è il 'Chi ha paura di Virginia Woolf?' del titolo.
"Non potevo non partire dal titolo per affrontare questo testo - spiega il regista Antonio Latella - visto che per sostituire il lupo della canzoncina Edward Albee scomoda Virginia Woolf, una donna che insegnò alle donne a 'uccidere' le loro madri o meglio l'idea di madre angelo del focolare. In tal senso, la Woolf è presente nei due protagonisti che fanno da specchio alla giovane coppia scelta come sacrificio di questo violentissimo e disperato amore, di questo gioco al massacro in cui questa coppia, oramai 'morente', sceglie persino di inventarsi un figlio che non è mai esistito per restare in vita e spiazzare la morte".
(di Enzo Bonaiuto)