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Motori L'eredità del passato della Nuova Citroën C3

L'eredità del passato della Nuova Citroën C3

La nuova Citroën C3, con il suo design audace e l’anima innovativa, rappresenta oggi il frutto maturo di una lunga storia che ha radici profonde in Italia. Un percorso che, fin dai primi anni del XX secolo, ha visto il marchio del “Double Chevron” distinguersi per audacia, creatività e un approccio rivoluzionario alla mobilità. Un lungo viaggio che ha portato Citroën a diventare un punto di riferimento per il mercato italiano e globale, fino alla moderna evoluzione rappresentata dalla nuova C3.

La storia di Citroën: innovazione e stile al servizio della mobilità

Citroën approda in Italia nei primi anni del Novecento, portando con sé una visione nuova dell’automobile. Dai modelli iconici come la Traction Avant, simbolo di innovazione tecnica, alla 2CV, la “utilitaria rivoluzionaria” che ha democratizzato la mobilità in Europa, il marchio ha sempre fatto dell’audacia il suo tratto distintivo. In Italia, questi modelli sono entrati nel cuore delle famiglie, diventando veri e propri simboli di libertà e praticità.  

Il passaggio di testimone: dall’eredità della 2CV alla nascita della C3 

Con il nuovo millennio, Citroën si prepara a una nuova sfida: sostituire la Saxo, ormai superata dalle crescenti esigenze di sicurezza e sostenibilità, con un modello che ne raccogliesse l’eredità. È così che, nel 2001, nasce la C3, un’auto progettata per rompere gli schemi e reinterpretare il concetto di citycar. Il suo design “ad uovo”, con parabrezza e tetto arcuati, richiama la leggendaria 2CV, ma lo fa con uno sguardo proiettato al futuro.  

Dietro questo modello c’è il genio di designer come Donato Coco e Jean-Pierre Ploué, che hanno saputo unire tradizione e innovazione. La prima generazione di C3 introduce soluzioni pratiche e tecnologiche all’avanguardia per l’epoca, come il sistema di suddivisione del bagagliaio, la tecnologia Stop&Start e persino il parcheggio automatico, all’epoca una vera rarità.  

La C3 in Italia: una storia di successo

In un mercato come quello italiano, sempre esigente in termini di stile e praticità, la C3 si è subito distinta. Le sue linee morbide, il comfort degli interni e la versatilità ne hanno fatto un successo immediato. E la storia di C3 non si ferma qui: con la variante Pluriel, capace di trasformarsi in cabriolet o pick-up, Citroën ha mostrato ancora una volta il suo spirito creativo e fuori dagli schemi.

La Nuova Citroën C3: l’eredità rivive nel presente

Con una storia di rivoluzione e genialità alle spalle, dopo 100 anni dal suo sbarco in Italia, Citroën, lancia un nuovo modello, ormai alla quarta generazione di un successo globale. E’ l’auto piú venduta di sempre, anche della 2cv. Innovativa e intelligente, la nuova C3 rappresenta un passo avanti rispetto alla generazione precedente sotto ogni aspetto. Si rivolge a un pubblico ampio, offrendo convenienza e soluzioni energetiche adatte alle esigenze di ogni cliente. Insieme a nuova Ë-C3, la sua versione 100% elettrica, questo modello mantiene le qualità e ne rafforza l’accessibilità, offrendo però più carattere, con un design moderno e deciso, più comfort a bordo, più spazio e un prezzo competitivo.

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Ispirandosi ai valori di audacia e innovazione che hanno contraddistinto il marchio per oltre 100 anni, il modello incarna la perfetta sintesi tra passato e futuro. Con un design moderno, tecnologie avanzate e una forte attenzione al comfort, la nuova C3 non è solo un’auto: è il simbolo di come Citroën continui a reinventare la mobilità urbana, restando fedele alla sua tradizione.

Storia e curiosità

Era la fine dell’agosto 1924 quando André-Gustave Citroën acquistò un terreno a Milano vicino a uno stabilimento altrettanto famoso, quello di Nicola Romeo. Dove oggi sorge il flagship di Stellantis, non solo nacque la prima filiale di Citroën in Italia, ma anche e soprattutto il legame indissolubile tra il brand e il Bel Paese. Un legame che si snoda lungo 100 anni di innovazioni tecnologiche, successi sportivi e memorabili creazioni su quattro ruote.

Si chiama André-Gustave Citroën, l’eclettico fondatore della Marca che tutt’oggi porta il suo nome. Il piccolo André non seguì le orme del padre, dedicandosi invece alle sue passioni per la tecnologia e l’industria: si iscrisse infatti al Politecnico dal quale uscirà con il titolo di ingegnere.

Durante un viaggio in Polonia, in un’azienda nella sperduta campagna polacca scoprì qualcosa che avrebbe profondamente segnato la sua vita: un nuovo tipo di ingranaggio, con i denti a cuspide, in grado di moltiplicare o ridurre grandemente forza e movimento di macchinari anche molto imponenti. Compra subito il brevetto con l’idea di svilupparlo e impiegarlo su scala mondiale. È il 1902 quando apre la sua prima attività: le Acciaierie André Citroën, che producono materiali per l’edilizia ed i cantieri navali oltre a “ruote dentate a doppia elica”, ovvero gli ingranaggi del brevetto polacco, dalla cui forma a “V” nascerà il simbolo delle due punte di freccia direzionate verso l’alto inteso come futuro: il famoso “Double Chevron”.

Nei primi mesi del 1924 André Citroën incontrò Nicola Romeo, patron della Casa del Biscione, e il 5 agosto fu sottoscritto un atto di vendita che assegnava all’industriale francese una parte dei possedimenti Alfa nella zona del Portello, a Milano. La Citroën italiana nasce infatti da una costola dell’Alfa Romeo. O meglio: da un pezzo di terreno di proprietà di Nicola Romeo affiancato allo stabilimento del Portello e utilizzato fino a poco prima dalla Isotta Fraschini.

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