Città intelligenti? Tutta una questione di relazioni
Le chiamiamo smart city: città resilienti ed adattive che, grazie ad un’innovazione continua di carattere tecnologico e organizzativo, contribuiscono a migliorare la qualità della vita delle persone, riducendo lo spreco di risorse sempre più preziose – acqua, suolo, energia – e limitando le emissioni di CO2.
È vero. Oggi ‘smart’ è un aggettivo piuttosto abusato, ma legato alle città non stona per nulla: le città devono essere, infatti, belle (nell’estetica), intelligenti (nei servizi) e rapide (negli spostamenti). Perché solo così possono accogliere un numero sempre maggiore di persone. Secondo i dati dell’ONU, entro il 2050 sul nostro ‘no Planet B’ ci saranno 9,8 miliardi di individui e di questi, quasi il 70%, vivrà nei centri urbani.
E ancora: le città, pur occupando solo il 3% della superficie abitabile della Terra, sono responsabili del 70% delle emissioni e dei 2/3 del consumo energetico globale.
L’Italia deve fare la sua parte per lo sviluppo e la trasformazione digitale delle proprie aree urbane che devono diventare sempre più sostenibili, efficienti ed innovative. Un impegno che è alla base della stessa essenza di WINDTRE.
Vogliamo quindi dare il nostro contributo nel trasformare in Smart City le realtà del nostro Paese. Agendo sul territorio e costruendo interazioni con tutti gli stakeholder, pubblici e privati: si tratta, infatti, di temi troppo complessi per essere trattati e risolti da un’unica entità. Dobbiamo quindi operare su piani diversi che però devono potersi integrare.
Ad esempio, attraverso la sottoscrizione di protocolli di cooperazione con le amministrazioni locali per attivare progetti e iniziative a favore di cittadinanza e imprese, come quelli firmati con quattro comuni dell’area Metropolitana di Milano (Arese, Baranzate, Bollate e Rho), con un’attenzione particolare all’educazione digitale di giovani e ‘volpi grigie’.
Il coinvolgimento del sistema pubblico è certamente cruciale, ma altrettanto importante è trovare alleati nell’ambito dell’impresa privata, mettendo a fattor comune buone pratiche e percorsi di innovazione. Per questo abbiamo partecipato sin dall’inizio alla Federated Innovation, insieme a Lendlease, Cisco Systems, Schneider Electric e alle altre aziende presenti come noi presso il MIND Milano Innovation District: un nuovo modello per lo sviluppo di progetti nel campo delle Life Sciences e City of the Future.
Vogliamo giocare un doppio ruolo in questa partita: catalizzatori e facilitatori, proponendo soluzioni in grado di processare un numero sempre maggiore di informazioni per monitorare gli spostamenti interni alle città, la qualità dell’aria, il consumo energetico.
In particolare, sulla mobilità locale ci giochiamo molto, sia per lo spostamento di merci sia di persone. Non esistono ricette pre-definite né soluzioni univoche. Per questo, ci impegniamo nel creare delle piattaforme che mettano insieme le varie esperienze per produrre risposte efficaci e condivise.
E non possiamo dimenticare il tema dell’energia, le cui reti devono essere sempre più connesse con le autostrade digitali e di telecomunicazioni: un eco-sistema nel quale ‘tutto dialoga con tutto’ grazie a innovazioni sempre più spinte come 5G, AI e digital twin.
Ma la nostra Italia resta pur sempre il Paese degli 8.000 splendidi comuni, ciascuno con una storia speciale. Non possiamo permetterci di lasciarli indietro: la digitalizzazione del nostro Paese passa quindi, in primis, dall’avanzamento tecnologico dei piccoli centri urbani. L’altra faccia della medaglia delle smart city.
C’è dunque un filo rosso che lega grandi città e piccoli centri, giovani generazioni e persone anziane, digitalizzazione e crisi climatica.
Un filo fatto di competenze e innovazione. Ma anche di emozioni e passione. Perché tutta la tecnologia del mondo a poco servirebbe se non venisse messa a disposizione del maggior numero di persone.
Questo è il nostro obiettivo per l’Italia. Oggi e nel futuro.
A cura di Giorgio Ramenghi, Special Projects & Public Administration WINDTRE