Archibiofoam, il biomateriale per il futuro delle costruzioni

(Adnkronos) - La riduzione delle emissioni è tra le priorità del settore edile che, infatti, risulta impegnato nella costante ricerca e sviluppo di prodotti e soluzioni sempre più sostenibili anche grazie ad accordi e collaborazioni con il mondo della ricerca sia a livello nazionale che internazionale. Proprio dalla collaborazione internazionale nella ricerca, di cui fa parte anche un team dell’Università Statale di Milano, nasce il progetto Archibiofoam legato allo sviluppo di un biomateriale in grado di sostituire cemento e acciaio per le facciate degli edifici. Il progetto Archibiofoam è finanziato dall’European Innovation Council con 3,5 milioni di euro e vede coinvolte anche le università di Helsinki e Stoccarda. Il team di ricercatori è impegnato nella messa a punto di un biomateriale espanso innovativo, in pratica una schiuma, che sarebbe in grado di far adattare gli edifici ai cambiamenti climatici. In sintesi, si tratta di un materiale espanso a base cellulosa di legno estruso, capace di cambiare forma a seconda dei valori di temperatura e umidità presenti nell’aria, adattandosi autonomamente al cambiamento delle condizioni ambientali. Si tratterebbe di una rivoluzione nei materiali per la ventilazione passiva degli edifici che andrebbe ad eliminare cemento e acciaio, sostituendoli con una schiuma biologica. L’introduzione su larga scala di un materiale come l’Archibiofoam avrebbe non solo un impatto significativo a livello di emissioni, ma garantirebbe elevate performance strutturali degli edifici, del tutto simili a quelle dei materiali tradizionali delle costruzioni. L’obiettivo del progetto è realizzare entro il prossimo triennio intere facciate esterne di edifici in biofoam, dotate di apposite aperture a oblò in grado di aprirsi o chiudersi autonomamente in risposta alle condizioni ambientali, di fatto controllando il flusso d’aria nell’edificio e, quindi, garantendo il miglior comfort abitativo in ogni stagione e situazione climatica.