Milano-Cortina 2026, Pellegrino: "Non è ancora un obiettivo ma un sogno"
Roma, 27 set. (Adnkronos) - La Coppa del Mondo nell'immediato, le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 più in là. Niente ossessioni, solo il sogno di dare il massimo: il campione dello sci di fondo azzurro Federico Pellegrino, campione del mondo nella sprint a Lahti 2017 e vincitore di due Coppe del Mondo di sprint e di due medaglie d'argento olimpiche, è pronto per una nuova stagione molto impegnativa e racconta in un colloquio con l'Adnkronos le sue sensazioni, senza guardare troppo avanti.
"Gli obiettivi per la nuova stagione? Grandi obiettivi ho deciso di non pormeli più, come risultati, ma come concentrazione. Non voglio dire: 'voglio una medaglia o un podio', ma dare il massimo riuscendo a gestire al meglio queste nuova parentesi di vita con la nascita di mio figlio. Era giunto il momento per fare questo step come famiglia e sono molto contento. Si sono rimescolate le carte, con mia moglie prima parlavamo la stessa lingua, il time-table era allineato, ora che Greta (Laurent ndr.) ha smesso di fare questo mio stesso lavoro per diventare mamma (del piccolo Alexis), è un po' cambiata la gestione del quotidiano e la ricerca del risultato. E’ stata la stagione più performante di sempre e quindi è un approccio che su di me paga. Far si che risultato sia solo una conseguenza di performare. L'obiettivo è partecipare a più gare possibili a dare il meglio. Migliorare il terzo posto dell'anno scorso la vedo dura, ma non mi pongo limiti".
"Milano-Cortina? Non posso ancora dire che è un obiettivo, è ancora un sogno ed una enorme opportunità. L'Olimpiade in Russia è stata bella e calorosa nel 2014, quella in Corea nel 2018 no, e a Pechino ancora meno. Sicuramente vivere un’Olimpiade invernale sulle Alpi, nel tempio dello sci di fondo, sarebbe una bella soddisfazione ed è una grande opportunità. La mia carriera di alto livello è iniziata nel 2010 e nel 2015 sono arrivate le prime prestazioni di altissimo livello, non voglio sbilanciarmi sulle prestazioni che posso avere, finché sono un uomo felice e riesco ancora a trovare l’equilibrio con la famiglia posso pensare di arrivare al 2026".
Il campione valdostano tiene molto allo stato fisico e mentale e per mantenere al meglio la sua efficienza psicofisica si affida alle migliori tecnologie, collaborando anche con alcune aziende del settore che si occupano del benessere e del recupero funzionale degli atleti, come Starpool. "Ormai la scienza, non che ce ne fosse bisogno, ha sdoganato e sta spingendo verso quella direzione. Per quel che mi riguarda, quando ho iniziato a vincere e per continuare a farlo ho dovuto capire che il recupero è una parte fondamentale della vita dell’atleta. Non solo mangiare bene, idratarsi, dormire, ma soprattutto stare bene di testa e io ne ho fatto la forza del mio metodo. Grazie alla cura di questi aspetti non lo definisco più marginal-game, ma anzi il recupero e il riposo sono una parte fondamentale per un atleta. Ho avuto la fortuna che la mia vita professionale si incrociasse con Starpool, sono capitato a pennello 6-7 anni fa, e da li abbiamo iniziato ad approfondire alcuni temi".
Uno di questi è la sauna, una pratica che lo stesso Pellegrino ha appreso da atleti russi e tecnici tedeschi. "Mi sono sempre chiesto quando andavo in Finlandia come era possibile che ogni camera d’albergo aveva la sua sauna dentro. Tedeschi e austriaci sono già sbilanciati verso questo tipo di benessere, ma due anni fa quando ho iniziato ad essere seguito da un allenatore tedesco che seguiva due atleti russi l'ho appreso fino in fondo. Eravamo in un ghiacciaio in Austria e avevamo la sauna nel programma di allenamento", ha raccontato Pellegrino. Ma non solo. "L’alimentazione è uno degli aspetti da curare con attenzione, oltre al riposo, anche nel pomeriggio. Dormo notte e pomeriggio 10-11 ore, adesso con il piccolo meno...", ha scherzato il campione azzurro che tornando al tema della sauna, ha aggiunto: "la sauna ora la pratico parecchio. Faccio due e tre cicli di sauna intervallata da quello che ho a disposizione per garantire il ciclo caldo-freddo. Uno strumento che utilizzo è lo 'zerobody' e grazie a quello ho arricchito le mie sedute di stretching e respirazione.
"Riuscire a rimanere ad alto livello, anche se ho solo 33 anni, è sempre più difficile, ma grazie a partner strategici ci sto riuscendo. Questo si sta propagando, però, anche tra i miei avversari. Il livello si è alzato e sono tanti gli atleti che fanno molta attenzione a tutti questi aspetti. Per fare qualche risultato può bastare il talento e il lavoro, ma per ripeterli in serie c’è bisogno di uno schema. E’ un approccio per garantire uno status performante, avere testa felice e fisico in salute, mi ammalo di meno e performo di più. Non ho perso una gara per malattia negli ultimi 8 anni, ma è importante che ogni atleta trovi il suo equilibrio. Per arrivare a quasi 1000 ore di allenamento in 11 mesi devo stare bene ed essere pronto. E questo mi ha portato a stare sul pezzo da tanti anni".
Pellegrino ha raccontato poi la sua routine durante la preparazione: "generalmente faccio trequarti d’ora di corsa, 2-3 cicli di sauna da 12-14 minuti sopra i 70-80-90°, e appena fuori dalla sauna, rotolamento nella neve o pozza gelata o doccia freddissima un paio di minuti, poi tisana, libro e lettino per riposare 15 minuti e ripetere almeno 2 volte se non tre". Adesso con il figlio le cose sono un po' cambiate ma "la fortuna è avere una moglie che ha fatto il mio stesso lavoro, poi avendo costruito casa nuova abbiamo acquistato un divano-letto per lo studio...", ha aggiunto sorridendo. "Sarà bello regalare alla mamma una notte intera di sonno, dedicandomi io al piccolo tutta la notte. Gareggiare davanti a mio figlio ai Giochi del 2026? Non ci penso, sarebbe bello, ma starà a me riuscire a dedicare del tempo-qualità a mio figlio e anche alla mamma. Finché mi sentirò pronto a partire da casa e la mamma farà sentire poco la mancanza del papà, continuerò. Ho scelto questo lavoro e questo devo fare al 100% e se lo faccio felice di farlo ne avrò solo un vantaggio".