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Sport Dal rugby al calcio, Munarini a Ferrieri Caputi, "occhi su di lei ma si diverta"

Dal rugby al calcio, Munarini a Ferrieri Caputi, "occhi su di lei ma si diverta"

Roma, 30 set. (Adnkronos) - Clara Munarini, arbitro di rugby a 15 italiana, internazionale dal 2017, è stata la prima italiana a dirigere un incontro della massima serie nazionale maschile di campionato. In questi giorni la svolta è arrivata anche nel calcio con Maria Sole Ferrieri Caputi designata per dirigere, prima volta nella storia del pallone italiano, una gara di Serie A, quella tra Sassuolo e Salernitana in programma domenica alle 15 a Reggio Emilia.

"Come ho vissuto la mia prima designazione e quale consiglio mi sento di dare alla collega per la prima gara? Io ero emozionata, felice, consapevole di avere gli occhi addosso e desiderosa dunque di fare bene, o perlomeno di mantenere il mio standard che mi aveva portata fin lì. Alla collega dico semplicemente di fare quello che ha sempre fatto, e di divertirsi...Come mi è stato suggerito a suo tempo "quando una donna raggiunge questo risultato probabilmente è pronta da anni", ha raccontato Clara Munarini, 31 anni, direttrice di gara di rugby con quasi dieci anni di carriera alle spalle, all'Adnkronos dalla Nuova Zelanda dove è impegnata per i Mondiali di rugby femminili in programma dall’8 ottobre al 12 novembre 2022.

"Il mio debutto nel massimo campionato maschile è andato bene, ho anche avuto modo di godermi la partita e divertirmi! Cosa non rifarei? Probabilmente mi isolerei un po' di più i giorni precedenti, per sentire meno la pressione", spiega l'arbitra di rugby che sottolinea come questi esordi tra i maschi in sport di squadra come rugby e calcio sono un modo per aprire la strada alle nuove generazioni. "Sicuramente si...da qualche parte bisogna pur iniziare! Poi non è detto che basti, il consolidamento si vedrà negli anni e necessita comunque di lavoro da parte di tutti".

Nelle sfide tra gli uomini si sente maggiormente la pressione rispetto alle gare delle donne. "La pressione è dovuta dall'importanza della partita, dalla posta in palio, dalla popolarità dell'evento, ma soprattutto è auto-indotta...siamo noi stessi a metterci pressione o a crearla, uomini o donne in campo cambia poco", aggiunge Clara Munarini che parla anche del rapporto con gli altri arbitri della gara e con il Tmo, il Var' del calcio. "Il rapporto deve esserci, e c'è, rispetto e collaborazione, ognuno ha un ruolo a cui attenersi per il buon risultato della gara".

"C’è più rispetto verso gli arbitri donne o uomini nel rugby che nel calcio? Non posso parlare del calcio perché non frequento l'ambiente. Per quanto riguarda il rugby il rispetto è equamente distribuito", conclude l'arbitra italiana.

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