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Salute Covid: studiati 7 vaccini in 3 Continenti, anticorpi anche da Sputnik e Coronavac

Covid: studiati 7 vaccini in 3 Continenti, anticorpi anche da Sputnik e Coronavac

Milano, 29 nov. (Adnkronos Salute) - Le risposte anticorpali a sette vaccini anti-Covid a confronto in tre Continenti. E' la missione sposata da un team internazionale di scienziati in uno studio coordinato dall'Irccs Humanitas con l'Hospital Clinica Nova di Monterrey in Messico, e la rete ospedaliera della fondazione Hospital San Francisco Xavier in Brasile, e condotto coinvolgendo quasi 2.000 dipendenti delle aziende del gruppo Techint. I risultati dell'analisi realizzata contemporaneamente in quattro nazioni - Argentina, Brasile, Italia e Messico - sono stati pubblicati su 'Frontiers in Immunology'. Obiettivo del lavoro: verificare l'effettiva immunizzazione e quindi la sicurezza a seguito delle vaccinazioni contro Covid-19, valutare l’efficacia dei vaccini approvati e stimare la durata dei livelli di anticorpi nel sangue.

"I dati emersi - spiega Maria Rescigno, docente di Patologia generale e Pro Rettore vicario con delega alla ricerca di Humanitas University, che ha coordinato il lavoro cui ha partecipato anche Elena Azzolini, responsabile del Centro Vaccinale di Humanitas - ci dicono che tutti i vaccini inducono una risposta anticorpale, compresi Sputnik e Coronavac. La fotografia riguarda Sars-CoV-2 fino all’arrivo della variante Delta. Poiché lo studio è ancora in corso, in futuro potremo anche valutare l’efficacia dei vari vaccini nel proteggere dalla malattia".

Particolarità dello studio è che è stato possibile confrontare i dati internazionali grazie a un protocollo clinico uniforme, con le stesse tempistiche di acquisizione dei campioni di sangue e un test diagnostico unico per tutti i sette tipi di vaccino impiegati nei vari paesi: a mRna, a dna, a vettore virale e vaccini a base di virus inattivati, in monodose e bi-dose. Il risultato - spiegano gli autori - è una fotografia capace di mettere a confronto differenti vaccini e la risposta che sono stati in grado di attivare con l’eventuale sviluppo di eventi avversi, prima dell’arrivo della variante Omicron di Sars-CoV-2 (la somministrazione della dose booster non rientra nel perimetro dello studio).

Tra i dati raccolti anche quelli degli eventi avversi che sono stati correlati alla capacità dei vaccini di indurre una risposta anticorpale. È emerso che più è stata alta la risposta anticorpale, come avviene con i vaccini Moderna e Pfizer-BioNTech, più effetti collaterali sono stati registrati, perlopiù febbre, dolore al braccio, mal di testa e spossatezza. Coronavac e Sputnik sono invece caratterizzati dall’avere pochi effetti collaterali. "Lo studio - spiega Mauro Teixeira, professore di immunologia all’Universidade Federal de Minas Gerais, Brazil - Lo studio ci consente di confrontare le risposte immunitarie a vari vaccini in tutto il mondo. Questo tipo di conoscenza è fondamentale per informare le persone sull'efficacia comparativa dei vaccini e aiutare a progettare studi che definiranno i migliori programmi vaccinali che del futuro".

"Si tratta di un lavoro di ricerca straordinario - afferma il prof. Miguel Sanz, Medical management director, Nova Hospital and Medical Center, Messico - Abbiamo avuto l'opportunità di valutare e confrontare le risposte immunitarie dei vaccini più importanti e più diffusi a livello mondiale, ottenendo informazioni solide e coerenti sulla loro sicurezza ed efficacia contro Sars-CoV-2. Inoltre è il primo studio pubblicato in collaborazione dalle istituzioni sanitarie del gruppo Techint e siamo molto contenti dei risultati". Il protocollo dello studio, che è ancora in corso, prevede cinque prelievi di sangue per ogni persona secondo un calendario preciso: nel momento immediatamente antecedente la prima dose e la seconda dose, 21 giorni dopo la seconda dose, 6 mesi dopo la seconda dose, 12 mesi dopo la seconda dose.

I ricercatori dei quattro paesi hanno usato la stessa tipologia di test, particolarmente sensibile e con un range di valutazione molto ampio, quindi in grado di 'non appiattire' i dati relativi a soglie alte di anticorpi nel sangue, in modo da potere comparare anche risposte con diversa ampiezza.

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