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Tecnologia Lavanderie industriali, la crisi del settore chiede l'intervento del governo

Lavanderie industriali, la crisi del settore chiede l'intervento del governo

(Tecnologia) - Le lavanderie industriali in ambito sanitario svolgono servizi essenziali e indifferibili, quali il noleggio e la sanificazione di biancheria, divise e kit medici per sale operatorie nonché il servizio di sterilizzazione (Tessuto tecnico riutilizzabile e strumentario chirurgico) per ospedali, case di cura e strutture sanitarie in genere. Il settore delle lavanderie industriali esce da un triennio particolarmente sfidante, che ha visto l’alternarsi (e in molti casi anche il sovrapporsi) di diversi eventi esogeni che ne hanno influenzato attività e sviluppo. Pandemia prima e rincari energetici poi hanno messo in difficoltà un settore che, senza distinzione fra aziende grandi e piccole, si trova ora in una situazione al limite: da un lato sostiene la responsabilità di un servizio essenziale e indifferibile, dall’altro l’insostenibilità economica nel continuare a fornirlo. Nello svolgimento di queste attività, l’aspetto energetico è fortemente rilevante e sebbene le lavanderie industriali non rientrino nella definizione di “impresa energivora”, è facile capire quanto gli aspetti energetici giochino un ruolo determinante nello svolgimento di un’attività che prevede il lavaggio e l’asciugatura di centinaia di tonnellate di biancheria ogni giorno. Per dare un ordine di grandezza, il settore delle lavanderie industriali di ambito sanitario, nel 2019, registrava un’incidenza dei costi di energia e gas pari al 6% del fatturato; nel corso del 2022 tale incidenza è salita fino al 28%.

La crisi del gas trova la propria origine nella ripresa cinese del 2021, quando le attività del gigante asiatico si sono rimesse in moto dopo il fermo dovuto alla pandemia da Covid-19. Non è stato possibile accorgersi immediatamente di ciò che stava accadendo perché all’inizio del 2020 la pandemia ha chiuso le fabbriche cinesi e depresso la domanda, ma appena è ripartita la produzione cinese (e con essa i consumi energetici) i prezzi sono impazziti. E alla guerra in Ucraina mancava ancora un anno. Guardando i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), si vede come il gas sia passato dal costare circa 20 euro/MWh nel maggio 2020 a oltre 70 euro nello stesso mese del 2021, con successivi picchi che l’hanno portato a 343 euro/MWh (26 agosto), ora sì a causa della guerra. Si può quindi sostenere che la guerra abbia aggravato una situazione già preoccupante.

Come detto, le lavanderie industriali di ambito sanitario forniscono un servizio essenziale e indifferibile; quindi, nonostante la variabilità della situazione, non è possibile sospendere (o anche solo ridurre) le attività. Si tratta di un mercato con alcune caratteristiche che contribuiscono a rendere la situazione ancor più squilibrata; infatti le lavanderie industriali dipendono quasi totalmente dai contratti in essere con strutture sanitarie pubbliche, la cui durata media è di 5-6 anni e che vengono aggiudicati tramite gare d’appalto che normalmente non prevedono alcuna indicizzazione dell'adeguamento dei prezzi. E anche se i contratti consentirebbero, in linea teorica, la rinegoziazione per eccessiva onerosità sopravvenuta e per eventi imprevisti ed imprevedibili, oggi questa via è impraticabile in modo autonomo dai singoli enti sanitari a causa dei vincoli di spesa a cui sono chiamati nella situazione contingente che, nella maggioranza dei casi, non contemplano l’adeguamento periodico dei prezzi. Si crea in questo modo un evidente scollamento fra l’andamento reale del mercato e i contratti in essere, con il paradosso che oggi enti e strutture sanitarie stanno usufruendo di servizi privati a un prezzo che per le aziende non è più sostenibile. Il forte aumento dei costi e la difficoltà nel trasferire ai clienti questi rincari, si traduce immediatamente per le imprese in una pesante perdita di bilancio.

Allo stesso tempo, i contratti che consentono di applicare un adeguamento vengono ritoccati sulla base del FOI calcolato dall’Istat, che tuttavia non rispecchia in alcun modo le dinamiche dei costi industriali, che necessiterebbero di parametri differenti. In questo contesto, ANAC ha emesso una delibera che prevede un aggiornamento dei prezzi di riferimento per le gare d’appalto nel settore lavanolo. Si tratta di una rivalutazione significativa, pari a circa il 16%; tale delibera però non è cogente e, come se non bastasse, molte regioni non hanno i fondi per applicare gli aumenti, soffrendo a loro volta per l’incertezza dell’attuale situazione energetica. Questa situazione fa del lavanolo uno dei settori strategici maggiormente colpiti dalla crisi energetica: il possibile fallimento di molte aziende del settore metterebbe a rischio l’intero Sistema Sanitario Nazionale, con chiare implicazioni a livello di igiene ospedaliera, oltre che occupazionali. Se le lavanderie non saranno più in grado di garantire il servizio, a farne le spese saranno i livelli di assistenza sanitaria da garantire ai cittadini.

Per uscire da questa situazione sono intervenuti in questi mesi esponenti politici di tutti gli schieramenti, presentanti anche Odg, emendamenti e mozioni approvate in varie sedi, come Aule parlamentari e commissioni, così come la Conferenza Stato-Regioni ha già espresso il suo indirizzo politico chiaro, chiedendo al Governo di risolvere la questione. Trattandosi di un tema trasversale di fondamentare importanza per il Paese, i lavoratori nel settore auspicano un’azione decisa da parte di Governo, affinché si trovi rapidamente una soluzione concreta e percorribile. Il rischio che molte lavanderie industriali, medie e piccole, possano fallire comporta il concreto rischio che vengano a mancare lenzuola e camici dalle corsie degli ospedali, con la conseguente responsabilità di dover impiegare ancora più risorse economiche per risolvere eventualmente post il problema creatosi grazie a questa situazione irrisolta. Ad esempio andando a comprare lenzuola monouso o affidando “in urgenza” incarichi, il tutto a prezzi gonfiati.

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