Il futuro del giornalismo ai tempi dell'IA generativa
Alle porte dell'International Journalism Festival di Perugia (17-21 aprile) vediamo come la tecnologia e il digitale hanno cambiato e fatto evolvere il lavoro del giornalista, tra ChatGPT e altri tool che possono avere un impatto sul settore.
Da mercoledì 17 a domenica 21 aprile Perugia si conferma capitale globale dell’informazione con la XVIII edizione del Festival Internazionale del Giornalismo. Il centro storico della città umbra vedrà quasi 600 speaker provenienti da tutto il mondo, protagonisti di oltre 200 eventi in programma.
Tra le tematiche che verranno affrontate in questa edizione, oltre a temi d’attualità come la guerra, molto spazio verrà dato alle nuove frontiere della tecnologia e del digitale. Scopriamo quali possono essere le nuove frontiere del giornalismo e quale impatto le nuove tecnologie possono avere per il settore.
Informazione e digitale
Negli ultimi 10 anni il mondo dell’informazione è notevolmente cambiato; il primo step è stato il passaggio dalla carta al digitale, che ha consentito l’aggiornamento costante e in tempo reale delle notizie.
Oltre a ciò, si sono aggiunti nuovi canali di trasmissione delle notizie che vanno oltre il classico sito di informazione, dalle newsletter ai nuovi formati come i podcast e i video, fino ad arrivare ai social media che, se da un lato possono essere uno strumento per veicolare i contenuti dei siti di informazione, dall’altro ne possono essere il primo antagonista, dando la possibilità attraverso un’immagine ed una caption di svolgere lo stesso compito di un articolo online.
Concorrenza e bisogno di autorevolezza
Complice anche quanto accaduto nel mondo negli ultimi anni, tra pandemia e guerre, è emersa sempre più la forte concorrenza da parte dei social network per il mondo del giornalismo e il contemporaneo bisogno dell’utente di affidarsi a fonti autorevoli per uscire da questa “entropia dell’informazione”. Per superare questa fase di stallo, le opportunità offerte dalla tecnologia oggi sembrano essere l’unica strada perseguibile da parte di editori e giornalisti.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale può svolgere un ruolo chiave per consentire agli editori, grandi e piccoli, di distinguersi dall’affollamento di news e fonti e soddisfare il bisogno di informazione, attraverso un approccio multicanale e data-driven.
Alcuni esempi? Negli Stati Uniti, alcuni giornali usano gli algoritmi per decidere quando è il momento di far pagare gli articoli a un lettore (The Wall Street Journal) e per prevedere quali emozioni susciterà un articolo (The New York Times). A Londra, testate affermate come il Times analizzano al millimetro il comportamento utente per realizzare strategie di contenuti totalmente data-driven.
I vantaggi delll’IA nel giornalismo
L’intelligenza artificiale è usata principalmente per velocizzare i flussi delle redazioni, automatizzando le operatività come le trascrizioni e le traduzioni, per creare contenuti data-driven più velocemente e per personalizzare l’esperienza dell’utente.
Gli algoritmi, però, non scrivono articoli in autonomia: il contributo “umano” dei giornalisti rimane comunque imprescindibile; ad essi oggi viene chiesto il ruolo di “supervisori” dei sistemi di IA. Questi ultimi potrebbero togliere all’essere umano il lavoro che i giornalisti non vogliono fare, quello compilativo e ripetitivo, e non quello che sanno fare meglio, di analisi e di creazione.
Alcuni punti in sospeso
Il mondo del giornalismo ai tempi dell’IA, comunque, ha ancora delle zone d’ombra: lo scorso dicembre il New York Times ha fatto causa a OpenAi (società dietro a ChatGPT) per violazione del diritto d'autore da parte di ChatGPT, colpevole di aver utilizzato migliaia di suoi articoli per l’apprendimento; i chatbot sono accusati di rispondere su molti argomenti, anche di attualità, basando le loro affermazioni su articoli del New York Times e scoraggiando quindi gli utenti a visitarne il sito. La documentazione rappresenta ChatGPT e gli altri sistemi di intelligenza artificiale come potenziali competitor nell'industria editoriale.
Resta quindi da definire lo scenario etico e deontologico in cui questi strumenti basati sull’AI si collocano, oltre ai vari aspetti relativi alla paternità dei contenuti, al diritto d’autore e alla protezione dei dati personali.