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Tecnologia Conflitto in Israele, l'Europa chiede a YouTube un freno alla disinformazione

Conflitto in Israele, l'Europa chiede a YouTube un freno alla disinformazione

(Tecnologia) - Il Commissario europeo Thierry Breton ha scritto una lettera al CEO di Alphabet, Sundar Pichai, richiamando l'attenzione dell'azienda sui suoi obblighi in base al Digital Services Act (DSA) dell'Unione Europea. Breton ha sottolineato l'importanza per le grandi piattaforme online, come YouTube, di impedire la diffusione di contenuti illegali e disinformazione riguardanti la guerra tra Israele e Hamas. "Nel contesto degli attacchi terroristici perpetrati da Hamas contro Israele, stiamo assistendo a un aumento dei contenuti illegali e della disinformazione diffusi nell'UE attraverso alcune piattaforme", ha scritto Breton. Ha anche evidenziato l'obbligo di YouTube di proteggere i bambini e gli adolescenti dell'UE dai contenuti violenti sulla piattaforma. Breton ha richiesto che YouTube prenda prontamente provvedimenti in risposta alle segnalazioni dell'UE e implementi "misure di mitigazione proporzionate ed efficaci" per affrontare i rischi derivanti dalla disinformazione.

Nella sua nota, Breton ha anche affrontato un'altra questione di grande rilevanza: la disinformazione nelle elezioni. Ha invitato YouTube a informare il suo team sulle misure adottate per contrastare i deepfake, specialmente in vista delle prossime elezioni in Polonia, Paesi Bassi, Lituania, Belgio, Croazia, Romania, Austria e le elezioni del Parlamento europeo. Breton ha chiesto a YouTube di segnalare attivamente le informazioni rilevanti all'UE e ha informato che il suo team invierà richieste su "una serie di questioni per verificare la conformità al DSA". La lettera di Breton a Pichai, della quale è destinatario anche Neal Mohan, CEO di YouTube, è seguita a lettere simili inviate ai CEO di Meta, Mark Zuckerberg, al proprietario di X, Elon Musk, e al CEO di TikTok, Shou Zi Chew. Meta ha pubblicato venerdì un lungo articolo sul blog dettagliando i suoi sforzi nel contrastare i contenuti violenti, compresa l'istituzione di un centro operativo con personale che parla fluentemente ebraico e arabo per "monitorare e rispondere in tempo reale a questa situazione in rapida evoluzione". La CEO di X, Linda Yaccarino, ha risposto a Breton, illustrando gli sforzi della sua azienda. Nonostante ciò, l'UE ha avviato un'inchiesta formale sulla gestione dei contenuti legati alla guerra da parte di X.

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