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Come usare l'intelligenza artificiale a supporto dell'uomo

Qual è il ruolo dell'AI nella nostra società? Quali sono tutte le sue possibili applicazioni? Lo abbiamo chiesto a Gabriele Di Matteo ed Eugenio Zuccarelli, autori del libro "Intelligenza Artificiale - Come usarla a favore dell’Umanità"

L’Intelligenza Artificiale, con le dovute regole, migliorerà la qualità della vita e farà crescere l’economia. È questa la tesi del giornalista esperto di tecnologia Gabriele Di Matteo, autore insieme all’esperto di Intelligenza Artificiale e Data science Eugenio Zuccarelli del libro “Intelligenza Artificiale - Come usarla a favore dell’Umanità”.

Intelligenza Artificiale - Come usarla a favore dell’Umanità

Il libro, scritto per informare ogni professionista, e non, dei modi in cui si può trarre i vantaggi migliori dall'utilizzo dell'IA, rappresenta un viaggio nell’universo dell’Intelligenza Artificiale: dal suo ruolo nella nostra società a tutte le sue possibili applicazioni, dalla sanità alla comunicazione, dalla nutrizione alla sostenibilità ambientale, dall’educazione alla bionica.

Intervista a Gabriele Di Matteo e Eugenio Zuccarelli

Abbiamo intervistato i due autori per approfondire meglio il ruolo che l’Intelligenza Artificiale sta ricoprendo nelle nostre vite, e in che modo, una volta regolamentata, potrà contribuire al benessere di società e individui.

Quale ruolo ricopre oggi l'AI all'interno della società?

ZUCCARELLI: L'Intelligenza Artificiale è ormai una componente chiave della nostra società e è impossibile da evitare. L'IA viene utilizzata in quasi ogni ambito, dalla sanità al marketing, passando per la finanza e molto altro. Basta pensare a come l'IA ci informa su prodotti simili a quelli che abbiamo comprato su Amazon o sulle raccomandazioni che ci fornisce quando non sappiamo cosa guardare su Netflix. Ma le applicazioni dell'IA non si limitano a semplici trucchi per migliorare il nostro intrattenimento. L'Intelligenza Artificiale, infatti, in alcune parti del mondo, viene già utilizzata per assistere i dottori riguardo a diagnosi e procedure, o investitori finanziari sulle migliori decisioni da prendere.

DI MATTEO: Nel nostro libro ci auguriamo che l'avvento di questi popolari modelli di IA possa essere un lievito per l'economia, la cultura, l'apprendimento. Ma non possiamo trascurare gli aspetti critici. Se non regolamentata da leggi l'IA può diventare un problema. Pensate ai deep fake che girano in occasione delle elezioni politiche e al alle possibilità offerte dai video fake. Poi ci sono gli errori. Perfino l'avvocato di Donald Trump ha scambiato Bard per uno strumento di search come Google. E ha presentato al giudice dei casi totalmente inesistenti. Con le dovute regole l'IA -come dice Sam Altman nel capitolo che abbiano dedicato alla produttività- "Migliorerà la qualità della vita e farà crescere il PIL".

In quali campi possiamo accorgerci maggiormente di questa rivoluzione dovuta all'AI?

ZUCCARELLI: L'IA sta avendo un enorme impatto sulle aree a basso rischio, perché, in caso di errori, ci sono i minori impatti sulle nostre vite. In questi ambiti, riusciamo già a vedere gli impatti, fintanto che poniamo attenzione alla tecnologia che sta dietro alcune delle nostre esperienze online. Ciò che sarà ancora più interessante è l'impatto che l'IA avrà su ogni industria e, proprio per questo, diventa interessante capire come l'IA influenzerà il lavoro di ognuno di noi. L'idea del libro è nata, infatti, proprio dal desiderio di informare ogni professionista, e non, dei modi in cui si può trarre i vantaggi migliori dall'utilizzo dell'IA.

DI MATTEO: Dovendone scegliere tre direi la produttività, l'educazione/apprendimento, la ricerca sui nuovi farmaci. Ma anche la finanza è stata già investita da questa rivoluzione. Chi gioca in Borsa oggi ha disposizione modelli matematici e statistici che sono mille volte più veloci degli uomini. E nel mondo delle Borse la velocità e la previsione sono elementi vincenti.

C'è il rischio che l'intelligenza artificiale possa essere usata per l’interesse di pochi e non a favore di tutti? Cosa occorre fare per evitare che ciò accada?

ZUCCARELLI: Assolutamente sì, come vale per ogni tecnologia. L'Intelligenza Artificiale è un po' come la scoperta del fuoco. Da un lato porterà a vantaggi incredibili, cambiando il concetto stesso di società. Dall'altro lato, se non saremo cauti, potremmo finire per "bruciarci". Uno dei temi di cui parliamo maggiormente nel libro è proprio quello dell'etica dell'IA, anche tramite interviste con alcuni dei massimi esponenti di questa area (Prof. Floridi e Taddeo, per esempio). Se non saremo cauti, l'IA finirà per inasprire le differenze tra "quelli che hanno e quelli che non hanno". Basta vedere a come, già ora, lo sviluppo di questi algoritmi sta diventando un'esclusiva di poche grandi aziende, proprio perché questi Large Language Models (LLMs) necessitano di grandi quantità di dati e capitale. Per arginare queste situazioni sarà sempre più necessario avere governi lungimiranti, formati non solamente da politici ma anche da esperti, per poter fornire linee guida che si basino sull'etica della morale, e non quella del profitto.

DI MATTEO: Il professor Luciano Floridi, che dirige il Dipartimento di Etica Digitale nella Yale University, mette in guardia contro una possibile nuovo monopolio dei modelli di IA che potrebbero imporre al mercato costi e regole. Quindi dobbiamo augurarci che i Governi comincino a capire quanto è essenziale per il futuro delle società investire oggi per moltiplicare le offerte.

Algoritmi, Chat GPT e IA: come possono essere realmente al servizio dell'uomo?

ZUCCARELLI: Dipende tutto da come decidiamo di utilizzare questi strumenti. ChatGPT, per esempio, sta venendo fortemente utilizzato negli Stati Uniti proprio perché ha la capacità di farci andare oltre le nostre limitazioni. Per esempio, i software engineer stanno utilizzando ChatGPT per scrivere il codice più semplice, ripetitivo, e tedioso, permettendogli di focalizzarsi sui temi più "nobili", come creare l'architettura del software ad alto livello, e gestire i "bug" più complessi. Allo stesso tempo, gli scrittori stanno usando ChatGPT e simili come una fonte di ispirazione, per fare "brainstorming" con l'algoritmo sui temi più interessanti da coprire, o come meglio far scorrere il testo. Come possiamo vedere, ci sono vari usi di come l'IA può aiutare l'umanità, ma anche noi stessi, proprio come individui.

Quale ruolo ricoprono le aziende oggi nella gestione di questa rivoluzione digitale?

ZUCCARELLI: Le aziende giocano un ruolo chiave per fornire agli utenti funzionalità che utilizzano l'IA per fornire esperienze che sembrano "magia". Le aziende, infatti, hanno la possibilità di creare prodotti e servizi mai visti prima, grazie alla bacchetta magica chiamata "IA". Devono, però, anche ricordarsi dell'onere, soprattutto in fatto di gestione dei dati, che deriva dall'utilizzo dell'IA. Le aziende devono, infatti, tenere a mente l'importanza di creare algoritmi che non finiscano per discriminare, mettere a repentaglio la privacy degli utenti, o compiere azioni che deviano dalla nostra etica. L'IA porta con sé grandi possibilità ma, allo stesso tempo, anche forti responsabilità per le aziende e i governi.

Che ruolo può svolgere IA a favore della cybersecurity?

DI MATTEO: Qui si pone un grande tema. La diffusione capillare di ChatGPT, secondo una ricerca internazionale di Cisco, ha fatto esplodere la diffusione di malware. Questo accade perché - con dei dovuti accorgimenti reperibili nei Forum - i modelli di IA possono costruire dei virus e metterli a disposizione di tutti, non solo di esperti o Hacker.

Il lato positivo dell'impiego di IA è che in termini di controllo delle reti, arriva un enorme aiuto per i cosiddetti "sceriffi del web". Uno dei problemi degli attacchi informatici è il tempo di risposta. Passano mesi a volte prima che la vittima di un attacco si accorga dell'emergenza e cerchi dei rimedi. Gli algoritmi invece agiscono ad una velocità molto superiore a quella degli umani e riescono a disinnescare gli attacchi in tempi brevi. Riescono, inoltre, a controllare un enorme quantità di traffico, molto superiore a quello che potrebbe gestire un addetto (umano) alla sicurezza.

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