Aziende e semiconduttori, gli USA stringono sull'import dalla Cina
(Tecnologia) - Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti (DoC) ha annunciato l'apertura, a gennaio, di una revisione su come le aziende locali si approvvigionano di semiconduttori. I risultati di questa indagine sono destinati a influenzare le politiche volte a rafforzare le catene di approvvigionamento e a ridurre i rischi ritenuti derivanti dalla Cina. L'indagine coprirà sia i chip di ultima generazione sia quelli legacy, ma l'obiettivo principale è "promuovere un campo di gioco equo per la produzione di chip legacy", con le autorità statunitensi che esprimono preoccupazioni sul fatto che la Cina stia supportando le aziende locali nel potenziare la produzione. L'autorità ha sottolineato che i chip in esame supportano industrie critiche, tra cui le telecomunicazioni, l'automotive e la difesa. In una dichiarazione, la segretaria al Commercio degli Stati Uniti, Gina Raimondo, ha evidenziato: “affrontare le azioni non di mercato da parte di governi stranieri che minacciano la catena di approvvigionamento di chip legacy degli USA è una questione di sicurezza nazionale”.
“Negli ultimi anni, abbiamo visto segnali preoccupanti di pratiche discutibili da parte della Repubblica Popolare Cinese per espandere la produzione di chip legacy delle loro aziende e rendere più difficile per le aziende statunitensi competere”. Ha aggiunto che l'indagine che sarà condotta aiuterà a informare i prossimi passi per costruire "catene di approvvigionamento di semiconduttori forti, diversificate e resilienti". Gli Stati Uniti hanno regolarmente espresso preoccupazioni riguardo ai chip e alle tecnologie importate dalla Cina e hanno intrapreso vari passi per rafforzare le catene di approvvigionamento interne, inclusa l'approvazione dello scorso anno del CHIPS and Science Act. Questo si affianca all'imposizione di restrizioni all'esportazione per le aziende statunitensi che vendono alcuni prodotti ai principali fornitori in Cina.