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La tecnologia al servizio delle lingue locali

In occasione della Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali, scopriamo come la tecnologia abbia dato vita a strumenti dedicati proprio alla conservazione e valorizzazione di queste lingue.

Il 17 gennaio ricorre la “Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali”, ed in questa occasione è interessante approfondire il mondo delle lingue e dei dialetti che popolano il nostro Paese, pezzi del patrimonio linguistico popolare che rischiano di andare perduti. In particolare, è interessante analizzare l’apporto della tecnologia in questo campo, per vedere quanto abbia contribuito alla loro conservazione.

Come è nata la Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali

Istituita nel 2013 dall'Unione Nazionale delle Pro Loco, questa giornata è creata con il fine di salvaguardare e valorizzare queste espressioni appartenenti al nostro patrimonio immateriale. Le Pro Loco, infatti, offrono un importante contributo alla preservazione di questo patrimonio culturale che, se non adeguatamente riconosciuto e conservato, rischia di essere dimenticato.

Come la tecnologia valorizza le lingue locali

Come già accennato, anche la tecnologia può venire in aiuto in questo campo, fornendo diversi strumenti che permettono la conservazione e valorizzazione di questo patrimonio culturale. Vediamone alcuni.

Woolaroo, l’app che salvaguarda le lingue

Un esempio virtuoso è sicuramente rappresentato dall’app Woolaroo, una piattaforma open source raggiungibile sia attraverso l’app di Google “Arts & Culture” - disponibile sia per iOS che per Android - sia direttamente dal web. Inquadrando con la fotocamera un oggetto o una superficie su cui è presente una scritta, l’app potrà fornire una traduzione e la pronuncia corretta in una delle lingue o dei dialetti supportati.

Attualmente le lingue a rischio estinzione che Woolaroo si propone di preservare dall’oblio sono 10 e provengono da tutto il mondo, ma 2 di queste sono parlate nella nostra penisola: il dialetto siciliano e il greco-calabro, ancora diffuso in alcuni paesi della Calabria meridionale. Per inserire questi patrimoni culturali nel database, Google ha collaborato con la Cademia Siciliana e con l’Associazione Ellenofona Jalò tu Vua.

La piattaforma, che può essere arricchita con altri idiomi, può vedere quelli esistenti aggiornati con l’inserimento di altri lemmi, introdotti da chi conosce le lingue supportate e implementando il vocabolario esistente, aggiungendo o modificando parole e pronunce. Secondo l’Atlante delle lingue del mondo in pericolo a cura dell’Unesco, il 43% delle oltre 6 mila lingue parlate nel mondo sarebbe a rischio di sparire per sempre.

L’app Wolaroo si batte per evitare che ciò accada: attraverso uno strumento di apprendimento automatico interattivo, infatti, punta a salvaguardare la lingua, l’identità e il patrimonio culturale di un popolo.

#parlummpiasintein, per scoprire il dialetto piacentino

Un’altra iniziativa interessante che sfrutta proprio i nuovi mezzi di comunicazione è il progetto #parlummpiasintein, che nel 2020 ha lanciato una campagna sfruttando i nuovi canali digitali – come social media e un sito internet - al fine di far riscoprire, soprattutto ai giovani, il dialetto piacentino.

L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Piacenza per valorizzare le varietà linguistiche della città e del circondario. Il progetto si rivolge ad un pubblico di fascia di popolazione più giovane (che non ha appreso il piacentino in famiglia), ma non vengono escluse le altre generazioni, negli anni non hanno potuto parlare in dialetto nemmeno in situazioni informali. La campagna ha voluto far leva su una sensibilità linguistica e un coinvolgimento sia online sia offline, per sensibilizzare la popolazione circa l’importanza di questo tema.

DeVulgare, il progetto giovani per salvare le lingue locali

Formata da un gruppo di giovani italiani, DeVulgare è un'Associazione di Promozione Sociale volta a salvaguardare il patrimonio linguistico locale attraverso diverse iniziative. L’omonima piattaforma digitale, infatti, raccoglie un catalogo pubblico di audio e testimonianze orali delle diverse lingue, così da dare la possibilità agli interessati di conoscerle e studiarle. Tramite una sezione sul sito, inoltre, è possibile diventare parte attiva del progetto diventando soci e partecipando alle assemblee, fino a candidarsi per il Consiglio Direttivo in cui vengono definiti obiettivi e azioni dell’associazione.

In conclusione, le lingue ed i dialetti sono dei patrimoni culturali ineguagliabili: contengono tutta la tradizione del Paese, del territorio e delle persone che vi hanno vissuto. La loro conservazione è un atto necessario, al fine di mantenere vivo lo spirito e la cultura italiana: grazie all’innovazione, la nascita di nuovi strumenti può certamente favorire questo processo di preservazione.

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