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Economia Transition Days ’23, imprese a confronto per promuovere il benessere e la sostenibilità

Transition Days ’23, imprese a confronto per promuovere il benessere e la sostenibilità

Si è tenuto presso la Fondazione Feltrinelli l’evento durante il quale diverse aziende, tra cui WindTre, si sono confrontate su come integrare al proprio business una più profonda attenzione alle persone, all’impatto sociale e allo sviluppo del territorio.

Si sono tenuti il 24-25 ottobre a Milano presso la Fondazione Feltrinelli i Transition Days ’23, tavoli di lavoro in cui esperti e rappresentanti di aziende si sono confrontati per approfondire forme, azioni e processi attraverso i quali le imprese agiscono come attori per la promozione di responsabilità digitale e tutela ambientale, sondando le soluzioni più innovative, il modo in cui le nuove economie possono essere abilitate dal digitale e gli strumenti di misurazione dell’impatto. 

I tavoli di lavoro

Nel corso della giornata dedicata all’analisi della gestione dei “Beni e servizi”, il primo tavolo è stato dedicato alla “Povertà energetica”. Riassume così quanto emerso nel corso dell’incontro Valeria Zanini, della Fondazione Eni Enrico Mattei: “Mancano dei dati e una definizione allargata di povertà condivisa tra gli Stati, ma anche solo a livello nazionale. Questo non permette una mappatura efficace del fenomeno e non consente di attuare investimenti in modo efficace.” 

Il secondo tavolo di lavoro è stato dedicato ai “Servizi Digitali”. A presentare quanto emerso dal confronto è stato Leopoldo Mauriello di Telepass. “Se con i servizi digitali vogliamo avere un impatto sulla sostenibilità dobbiamo essere in grado di misurare i risultati; ciò permette anche di misurare l’impatto sui cittadini, i primi destinatari del benessere. Abbiamo pensato di focalizzarci su questa attività creando un indicatore, che può essere un Osservatorio, un ETS, che possa in qualche modo aiutare un regolatore, che deve autoalimentarsi, a migliorare la qualità dei servizi ed a misurare meglio il suo impatto.” 

Il terzo tavolo ha visto i relatori concentrarsi sul tema della “Mobilità sostenibile”. Maria Simona Barone di Ap2go ha sottolineato l’importanza di darsi dei KPIs condivisibili relativamente a misurabilità e standardizzazione e di focalizzarsi sulla mobilità delle persone. “Occorre dare maggiore consapevolezza agli individui relativamente al loro impatto sulla mobilità sostenibile, ovvero far riflettere loro sul perché dovrebbero cambiare la propria abitudine di spostamento, quali vantaggi implica questo cambiamento. Ci sono tematiche più facili da decodificare come la tematica ambientale, ma ci sono anche altri fattori come il miglioramento delle condizioni di vita ed il beneficio economico che la mobilità sostenibile può implicare a livello individuale che non sono ancora comunicati in modo efficace.” 

Dai diversi tavoli di lavoro sono emersi diversi spunti di riflessione, che sono stati analizzati e commentati in conclusione del workshop da Roberto Basso, Direttore External Affairs and Sustainability di WindTre, e da Katia Riva, Chief Sustainability & Innovation Officer di Mundys

Sostenibilità non un costo, ma un investimento

Secondo Katia Riva, dai tre tavoli è emersa la necessità di adottare degli indicatori condivisibili. “Non siamo un paese abituato agli indicatori; questo è un tema interessante per le imprese. Ogni azienda utilizza gli indicatori economici per valutare e migliorare il proprio rendimento. Lo sforzo che molte imprese ultimamente stanno facendo è quello di trovare degli indicatori anche per misurare concretamente se stanno producendo dei risultati anche dal punto di vista della sostenibilità.

Secondo la Chief Sustainability & Innovation Officer di Mundys, la sostenibilità deve essere vista non come un costo, ma come un investimento da fare nella direzione giusta. “L’Unione Europea chiede alle grandi imprese di rendicontare non tanto quanta energia viene consumata, ma quanta di essa sia già decarbonizzata, ovvero provenga da fonti rinnovabili.” Ma cosa significare investire in sostenibilità? “Vuol dire continuare a generare valore economico in maniera differente rispetto al passato, investendo su nuove idee e progetti innovativi, a beneficio dei capitali investiti e in grado di generale anche valore sociale, attraverso i servizi messi a disposizione dei cittadini.”

Il next step secondo Riva consiste nel riuscire a comunicare tale impegno agli stakeholder esterni.  “I dati ci sono, ciò che manca è la capacità di trarre informazioni utili per indirizzare policy e decisioni”. 

L’importanza di comunicare i dati ad un pubblico “educato”

Roberto Basso nel suo intervento sottolinea che i dati per prendere decisioni razionali sono disponibili sia per le aziende sia per il legislatore ma per costruire il consenso tra i cittadini serve anche altro.

“In democrazia le decisioni vengono prese con un metodo diverso da quello in uso in azienda, dove contano i dati oggettivi e i risultati ottenuti. Ad esempio, in WindTre abbiamo implementato un piano ESG che include dieci obiettivi totalmente integrati nel business, regolarmente monitorati attraverso la misurazione di 27 indicatori e condivisi con i CEO ogni trimestre. Alcuni di questi obiettivi sono stati anche introdotti nel piano di incentivazione annuale con l’obiettivo di coinvolgere tutti i Manager di WindTre in questo progetto.”

Secondo Basso, tale modello privato non è replicabile a livello pubblico. “In democrazia si decide in modo diverso. La frequenza con sui si alternano i governi determina una ricerca continua del consenso in vista del successivo turno elettorale, riduce la disponibilità a costruire policy su basi oggettive e razionali.

Come superare tale limite? Per Basso devono essere le aziende stesse ad impegnarsi nell’educare il pubblico sui temi più sensibili.Noi aziende dobbiamo porci il problema di raccogliere i dati, motivare le proposte di policy e le strategie pubbliche, e lavorare moltissimo come parti attive di una comunità che deve insistere sull’educazione. I dati possono funzionare su un pubblico educato ad usarli, a comprenderli, in modo da uscire dalle trappole della percezione e dagli inganni della manipolazione. La costruzione del consenso va affrontata nel rispetto della realtà e della verità che i dati ci offrono.”

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