Quando usare la fattura proforma?
(Adnkronos) - Tra gli strumenti utilizzabili dai liberi professionisti e dai lavoratori autonomi titolari di partita iva che svolgono attività di fornitura di beni o prestazione di servizi, si trova la fattura proforma. In sintesi, si tratta di un documento senza valore fiscale che può essere inviata per visione e approvazione prima di emettere la fattura fiscale definitiva. Dunque, è uno strumento che può essere utile al cliente per verificare prodotti o servizi offerti e relativi prezzi applicati e per il professionista per evitare di dover emettere un documento definitivo con valore fiscale che possa essere poi contestato, con tutto ciò che ne deriva a livello contabile e amministrativo. Per la compilazione della fattura proforma può essere utile utilizzare appositi software che offrono schemi preimpostati standard facili da compilare. Da ricordare, che una fattura proforma deve contenere la dicitura che specifica la consistenza non fiscale del documento stesso. Riassumendo, la fattura proforma è un documento privo di valore fiscale, ma dotato di un valore informativo utile per ambedue le parti. Si tratta, infatti, di un documento anticipatorio che contiene i dettagli, quali il prezzo, su cui poter discutere e accordarsi. In definitiva, la fattura proforma offre due importanti vantaggi. Primo, essendo una sorta di preventivo senza valore fiscale, può essere modificata in qualunque momento, correggendo eventuali errori. Secondo, permette di evitare il versamento della relativa Iva prima del pagamento della fattura stessa. L’imposta sul valore aggiunto, infatti, diventa esigibile al momento dell’emissione della fattura fiscale.