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Economia Concordato preventivo biennale, c’è tempo fino al 31 ottobre per l’adesione

Concordato preventivo biennale, c’è tempo fino al 31 ottobre per l’adesione

(Adnkronos) - Il concordato preventivo biennale entra nel vivo, nel mese centrale per la valutazione di pro e contro del patto con il Fisco per il 2024-2025.

La data ultima per aderire è fissata al 31 ottobre, stesso termine entro il quale trasmettere la dichiarazione dei redditi.

La procedura da seguire si differenzia per le partite IVA che applicano gli ISA e per i forfettari. Nel primo caso sarà necessario compilare l’apposito modello messo a disposizione da parte dell’Agenzia delle Entrate, mentre nel secondo caso l’accettazione del patto passa dal quadro LM del modello Redditi.

Il calendario delle date del concordato preventivo biennale è stato più volte ridisegnato. Se a regime si prevede l’avvio del nuovo strumento dal 15 aprile di ogni anno, per il 2024 la partenza è stata rinviata alla metà di giugno per i soggetti ISA e dal mese successivo per i forfettari.

Il patto per il biennio 2024-2025 è quindi partito rispettivamente dal 15 giugno e dal 15 luglio, con una serie di novità che hanno comportato rinvii tecnici e rallentamenti nelle procedure di calcolo e conseguente valutazione di pro e contro.

La necessità di affinare in corsa regole e requisiti d’accesso ha portato anche al rinvio della scadenza per l’adesione per il biennio 2024-2025: dal termine del 30 settembre previsto inizialmente si è passati prima al 15 ottobre e poi al 31 ottobre. A regime invece, e quindi a partire dalle proposte che verranno elaborate dal prossimo anno, la data ultima sarà fissata al 31 luglio.

Nessuna modifica invece sul fronte operativo. Per le partite IVA che intendono firmare la proposta di concordato preventivo biennale, l’adesione dovrà avvenire secondo due differenti procedure.

Per quel che riguarda le partite IVA che applicano gli ISA bisognerà procedere mediante l’invio dei dati necessari con il modello predisposto dall’Agenzia delle Entrate. Le informazioni vanno ad aggiungersi a quelle utili ai fini del calcolo del punteggio di affidabilità fiscale e bisognerà quindi procedere mediante il software Il tuo ISA 2024 CPB.

I titolari di partita IVA che applicano il regime forfettario potranno invece compilare il quadro LM del modello Redditi, tramite il servizio RedditiOnline oppure tramite le funzionalità della dichiarazione precompilata, sia per la definizione del reddito che per valutare se accettare la proposta elaborata dall’Agenzia delle Entrate.

Come evidenziato, in ambedue casi il termine ultimo è il 31 ottobre, data che si lega a quella per la presentazione del modello Redditi. Entro il 30 novembre andrà quindi versato il secondo acconto delle imposte dovute, determinato e ricalcolato tenuto conto dell’impatto del concordato preventivo biennale.

Il mese appena iniziato si è aperto con importanti novità per quel che riguarda il concordato preventivo biennale. Non è solo il mese della scadenza per l’adesione ma anche delle “ultime mosse” del Governo per incentivare le adesioni.

Nel corso dell’iter di conversione in legge del decreto Omnibus in Senato, è stato approvato un emendamento che introduce una sanatoria abbinata al concordato biennale: sarà possibile sanare le irregolarità dichiarative dal 2018 al 2022, versando un’imposta ridotta solo su una quota del maggior reddito dichiarato.

Un ravvedimento speciale e a condizioni ultra-agevolate che però rimescola le carte in tavola e porta alla necessità di nuovi calcoli di convenienza da parte delle partite IVA interessate.

Questo il principale motivo alla base della richiesta di prorogare la scadenza del 31 ottobre, avanzata ad ultimo dal Presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, Elbano de Nuccio.

Nel comunicato stampa del 3 ottobre viene posta in evidenza la necessità di un termine congruo per consentire a intermediari e partite IVA interessate di valutare al meglio l’impatto delle ultime novità. Non solo: il rinvio della scadenza andrebbe anche a vantaggio dell’Erario, per far sì che il concordato “possa avere la diffusione auspicata dal legislatore”.

Non si esclude pertanto un nuovo ritocco al calendario del concordato preventivo biennale, considerando le nuove e rilevanti modifiche che potrebbero influenzare le adesioni.

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