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Esteri Ucraina, il sinologo Sisci: "Russia più sola, pensi a via d'uscita"

Ucraina, il sinologo Sisci: "Russia più sola, pensi a via d'uscita"

Roma, 27 apr. (Adnkronos) - "Si sta costituendo intorno alla Russia un fronte più freddo sulla guerra" lanciata il 24 febbraio dello scorso anno da Vladimir Putin in Ucraina sotto il nome di "operazione militare speciale" perché "c'è sempre maggiore freddezza" sul conflitto da parte della Cina che "fino ad oggi è stato il maggiore e più importante interlocutore politico di questa Russia in guerra". Da Pechino il sinologo Francesco Sisci commenta così con l'Adnkronos il colloquio telefonico di ieri tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il leader cinese Xi Jinping, un "passo in avanti" da parte del gigante asiatico e un'occasione in cui Xi - che aveva annunciato un'iniziativa in 12 punti per la "pace" prima della visita a Mosca di metà marzo da Putin - "ha in qualche modo dato appoggio alla posizione ucraina".

Il sinologo indica i "due elementi importanti" del colloquio, il primo dall'invasione russa dell'Ucraina che la Cina non ha mai condannato esplicitamente. Sisci si riferisce alla dichiarazione cinese che invita a "non spingere la situazione fino a una guerra nucleare" e all'impegno degli "ucraini che hanno detto di essere d'accordo con la posizione di 'una sola Cina'", ovvero che Taiwan, indipendente di fatto, è "parte integrante" del territorio del gigante asiatico. Questo, secondo il sinologo, "significa che c'è un interesse reciproco ad aiutarsi per trovare una via di pace".

"Gli ucraini certamente non vogliono un'escalation nucleare, ma anche i cinesi non vogliono che gli ucraini sostengano l'indipenza di Taiwan, che per la Cina sarebbe una bomba atomica", dice Sisci. Quindi, prosegue, "la Russia oggi ha una difficoltà in più, deve in qualche modo forse pensare un po' di più a una via d'uscita" e si "intravede una possibilità in più di una via d'uscita" dal momento che oggi il gigante asiatico "è il maggiore sostenitore politico ed economico" del Cremlino.

Pechino, osserva ancora, "non ha parlato nel comunicato" diffuso dopo il colloquio tra Xi e Zelensky "né di Russia né di aggressione o invasione", mentre gli ucraini "sostengono ci sia stato un appoggio cinese per l'integrità territoriale dell'Ucraina". "Personalmente - conclude - dubito che Xi possa essere stato così esplicito" durante il colloquio che è forse arrivato per "raddrizzare la barra rispetto alla gaffe dell'ambasciatore cinese in Francia" sui Paesi dell'ex Unione Sovietica e dopo le "pressioni" del presidente francese Emmanuel Macron e "forse ancor più del ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock" sulla Cina perché "prendesse posizione sull'Ucraina".

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