Raid Usa-Gb contro obiettivi Houthi in Yemen. I ribelli: "Escalation, risponderemo"
(Adnkronos) - "Risponderemo a un'escalation con un'escalation". E' la reazione di Mohammed al-Bukhaiti, membro dell'ufficio politico degli Houthi, ai raid Usa e Gb che ieri hanno colpito obiettivi dei ribelli in Yemen. Al Jazeera, citando media vicini agli Houthi, ha riferito di raid anche sulla capitale yemenita Sana'a.
Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno confermato di aver colpito 36 obiettivi dei ribelli filoiraniani in 13 località diverse dello Yemen. In un comunicato congiunto si spiega che sono stati lanciati missili dalla portaerei USS Dwight D. Eisenhower, dalla quale si sono alzati in volo anche oltre una ventina di caccia, alcuni armati con bombe da oltre 900 kg, e missili guidati di precisione.
I "raid di precisione", si legge nel comunicato, "hanno preso di mira siti associati con arsenali sotterranei, a grandi profondità, sistemi missilistici e lanciatori, sistemi di difesa aerea e radar". Con l'obiettivo di "interrompere e diminuire" le capacità usate dagli Houthi per attaccare le navi nel Mar Rosso, minacciando il commercio globale e gli equipaggi che operano su queste navi.
I nuovi raid vengono quindi definiti "una risposta alla serie di azioni illegali, pericolose e destabilizzanti condotte dagli Houthi dopo i precedenti raid della coalizione l'11 e il 22 gennaio, compreso l'attacco che il 27 gennaio ha colpito e provocato un incendio a bordo della petroliera M/V Marlin Luanda”.
"Questa azione collettiva invia un chiaro messaggio agli Houthi sul fatto che continueranno a subire conseguenze se non metteranno fine ai loro attacchi illegali su navi internazionali", ha dichiarato il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, dopo la nuova ondata di raid in Yemen. "Noi non esiteremo - ha aggiunto - a difendere vite e il libero flusso del commercio in una delle rotte più cruciali del mondo".
In precedenza il Centcom, il comando centrale degli Stati Uniti, aveva riferito che le forze americane hanno distrutto sei missili anti-nave che gli Houthi erano "pronti a lanciare contro imbarcazioni nel Mar Rosso".
A stretto giro è arrivata la risposta dei ribelli. Il bombardamento da parte della coalizione anglo-americana "non cambierà la nostra posizione, e affermiamo che le nostre operazioni militari contro Israele continueranno fino a quando i crimini di genocidio a Gaza non saranno fermati e l’assedio sui suoi residenti non sarà tolto, qualunque sia la situazione e i sacrifici che ci costa", ha scritto su X Mohammed al-Bukhaiti, membro dell'ufficio politico degli Houthi. "L’aggressione americano-britannica contro lo Yemen non rimarrà senza risposta" e "risponderemo a un’escalation con un’escalation".
Ma per il segretario alla Difesa britannico, Grant Shapps, gli attacchi delle forze congiunte Gb e Usa contro obiettivi Houthi in Yemen non costituiscono un'escalation. Lo riporta The Guardian. E' un “dovere della Gran Bretagna proteggere vite innocenti e preservare la libertà di navigazione” in seguito ad attacchi “illegali e inaccettabili” alle navi, ha sottolineato.
"Questo è il motivo per cui la Royal Air Force si è impegnata in una terza ondata di attacchi proporzionati e mirati contro obiettivi militari Houthi nello Yemen. Abbiamo agito a fianco dei nostri alleati statunitensi, con il sostegno di molti partner internazionali, per legittima difesa e in conformità con il diritto internazionale", ha aggiunto. Shapps ha sottolineato che gli attacchi non sono stati un’escalation: “Sono fiducioso che i nostri ultimi attacchi abbiano ulteriormente degradato le capacità degli Houthi”.