Rafah, media: tank Israele in centro città. Oggi riunione urgente all'Onu
New York, 28 mag. (Adnkronos) - "Numerosi" tank delle forze israeliane (Idf) nel centro di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. A riferirlo è il canale egiziano all news Al Qahera, il cui inviato parla di "tank israeliani nel perimetro" della moschea Al-Awda, nel cuore della città. Non ci sono sinora notizie sugli sviluppi da parte israeliana.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrà oggi una riunione di emergenza per discutere del raid israeliano contro una tendopoli a Rafah in cui sono morte almeno 45 persone. La riunione, ha reso noto un diplomatico delle Nazioni Unite citato dalla Cnn, è stata richiesta dall'Algeria. L'incontro a porte chiuse è previsto per le 15.30 locali, ha aggiunto il diplomatico.
Intanto un nuovo attacco di Israele a Tal as-Sultan, a ovest di Rafah, avrebbe provocato 7 morti si legge su Al Jazeera che riferisce di un bombardamento da parte dell'Idf sulle tende che ospitano i palestinesi sfollati nell'area.
Sono saliti a circa un milione i palestinesi fuggiti da Rafah nel corso delle ultime tre settimane, ha annunciato l'agenzia dell'Onu Unrwa. "Non hanno nessun posto sicuro dove andare tra i bombardamenti" e si spostano in condizioni di "mancanza di cibo e acqua", tra "cumuli di rifiuti e in condizioni di vita inadeguate". Fornire loro assistenza e protezione sta diventando quasi "impossibile", ha dichiarato l'agenzia.
Il premier israeliano ha definito il raid un tragico incidente: le vittime provocate dall'"omicidio mirato" di "terroristi" di Hamas sono state un tragico incidente ha detto alla Knesset. "Nonostante i nostri sforzi per non fare loro del male, c'è stato un tragico incidente - ha detto Netanyahu nelle dichiarazioni rilanciate dal Times of Israel - Stiamo indagando sull'incidente". "Per noi è una tragedia, per Hamas è una strategia", ha aggiunto il premier.
Sarebbero 45 le persone rimaste uccise e 249 quelle rimaste ferite nel raid: 23 delle 45 vittime sarebbero donne, bambini e anziani. "Io continuerò a combattere fino a quando sarà issata la bandiera della vittoria" e "non intendo porre fine alla guerra prima che tutti gli obiettivi siano stati raggiunti" perché "se cedessimo tornerebbe il massacro, se ci arrendessimo consegneremmo una grande vittoria al terrore, all'Iran", ha detto ancora Netanyahu.
E si allontana intanto la possibilità di una tregua a Gaza dopo il massacro di Rafah: Hamas ha infatti informato i mediatori che non parteciperà ad alcun negoziato con Israele ha riferito la tv all-news saudita Al-Sharq citando fonti del movimento palestinese. I negoziati si sono interrotti tre settimane fa dopo che Israele ha respinto l'ultima bozza approvata da Hamas, accusando l'Egitto di avere "unilateralmente apportato modifiche fondamentali".
L'attacco israeliano contro una tendopoli di profughi a Rafah fa parte di una ''guerra genocida'' intrapresa da Israele, ha dichiarato un funzionario di Hamas in Libano, Osama Hamdan, secondo cui l'attacco ''contraddice la tesi di Israele secondo cui ci sono posti sicuri nella Striscia di Gaza''. Inoltre, ha aggiunto nel corso di una conferenza stampa a Beirut, ''gli attacchi degli ultimi due giorni sono un'indicazione della sfida da parte di Israele agli ordini emessi dalla Corte Internazionale di Giustizia (Cig) di fermare l'offensiva di Rafah e di ritirarsi da Gaza''.
Nuove proteste contro il governo di Benjamin Netanyahu oggi in Israele dove convogli di auto bloccano il traffico lungo diverse arterie del paese procedendo a velocità molto ridotta e chiedendo elezioni anticipate. Ne dà notizia il Times of Israel: video postati sui social mostrano decine di auto che procedono in blocco a passo d'uomo attraverso aree diverse del paese, Sharon, Ben Shemen, Caesarea e Haifa.
Per chiedere un immediato cessate il fuoco a Gaza e un'iniziativa umanitaria dell'Italia, Medici Senza Frontiere (Msf) scrive una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni firmata da 18 operatrici e operatori umanitari italiani, medici, infermieri, psicologi, logisti. Tutti, dal brutale attacco di Hamas del 7 ottobre, hanno lavorato nell'inferno di Gaza o supportato la nostra azione dalla Cisgiordania o dall'Egitto.
''I bombardamenti israeliani hanno colpito la popolazione oltre ogni misura. A Gaza manca tutto, l'acqua, il cibo, lo spazio, le cure. Il sistema sanitario è al collasso e la sproporzione tra i bisogni umani e la capacità di intervenire è immane. Si vive sotto attacco, nel totale annichilimento di ogni regola di condotta delle ostilità, mentre gli ostaggi sono ancora dolorosamente lontani dai loro cari'', scrivono gli operatori e le operatrici di Msf nella lettera al governo.
Msf chiede al governo italiano di farsi promotore di un'iniziativa umanitaria concreta e ambiziosa, richiamando i leader europei e del G7 intorno a 5 obiettivi. Il primo è ottenere un immediato e prolungato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Quindi, garantire la protezione dei civili, interrompendo ogni forma di sostegno, incluso l'invio di armi, alle operazioni militari e all’assedio di Gaza e pretendendo il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario. Terzo punto, assicurare l'assistenza umanitaria alla popolazione, garantendo supporto e accesso sicuro e incondizionato agli aiuti necessari, incluse le forniture mediche e alimentari per affrontare il rischio di carestia.
Caccia israeliani hanno attaccato nella notte una serie di obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano. Ad annunciarlo è stato l'esercito: tra i bersagli, secondo quanto riporta l'Idf in un comunicato, un deposito di armi a Mays al-Jabal e strutture utilizzate per le operazioni militari dei miliziani a Aita al-Shaab e Khiam. A riferirne è il Times of Israel.