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Esteri Putin, cosa significa il mandato d'arresto: che succede ora

Putin, cosa significa il mandato d'arresto: che succede ora

Roma, 17 mar. (Adnkronos) - Che cosa significa per Vladimir Putin il mandato d'arresto della Corte Penale internazionale? La Russia ha smesso di riconoscere la Corte nel 2016 e non concede l'estradizione dei suoi cittadini, quindi è chiaro che né il presidente russo né la commissaria russa per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova, verranno consegnati al tribunale dell'Aja fino a quando durerà l'attuale regime russo. Tuttavia il mandato d'arresto è significativo per diverse ragioni.

Intanto lancia un segnale ai funzionari e i militari russi sul rischio di poter essere incriminati anche loro e quindi non poter viaggiare all'estero. Inoltre Putin potrebbe rischiare l'arresto se dovesse visitare uno dei 123 paesi che aderiscono allo statuto di Roma, con il quale fu fondata la Corte nel 2002.

Il suo arresto non sarebbe però certo, perché il paese ospite potrebbe far valere il principio dell'immunità dei capi di stato esteri, come accadde nel 2015 quando il presidente sudanese Omar Bashir visitò il Sudafrica malgrado il mandato d'arresto della Cpi nei suoi confronti.

Se Putin è al sicuro in Russia finché rimane al potere, potrebbe però venir consegnato alla Cpi da un futuro leader del Cremlino per ricucire i rapporti con l'Occidente. E' quello che successe nel 2001 quando l'ex presidente serbo Slobodan Milosevic fu consegnato al Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia.

Al momento Putin è stato incriminato per la deportazione forzata in Russia dei bambini ucraini, che rientra nella fattispecie dei crimini internazionali per cui è competente la Corte. Tuttavia c'è da aspettarsi che vi siano altre incriminazioni per Putin e forse per altri esponenti russi. Anche se l'Ucraina non è un paese firmatario della Corte, Kiev ha concesso alla Cpi la giurisdizione per i crimini di guerra commessi sul suo territorio. Il procuratore capo della Corte, Karim Khan, è già stato in Ucraina quattro volte. E oggi ha spiegato che l'incriminazione per la deportazione dei bambini è solo un primo passo nella persecuzione dei crimini di guerra russi in Ucraina. Altre linee d'indagine rimangono ancora aperte.

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