Migranti, Musumeci: "C'è bisogno di nuovi lavoratori, tema ora in agenda Ue"
Roma, 22 ott. (Adnkronos) - "La mia posizione sul tema delle migrazioni è quella del governo. L'Italia, a causa del calo demografico, ha bisogno di nuove braccia. L'apporto del migrante è un'esigenza condivisa. Ma questa risorsa umana - come, dove, quanta ne deve entrare in Italia - non può essere decisa dalla mafia. Abbiamo cercato una collaborazione alla partenza, che non sempre è arrivata, ma adesso sembra che quello con la Tunisia sia un patto che regge". Lo ha detto Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, parlando durante il panel 'Mediterraneo, una centralità da ritrovare', nel corso della conferenza organizzata da Adnkronos/Eurofocus 'La nuova Commissione Ue: un accento su Difesa, Mediterraneo e Housing'.
Il tema dei migranti, prosegue Musumeci, "grazie al presidente del Consiglio, siamo riusciti a inserirlo nell'agenda politica dell'Europa, quando gli altri Stati, prima, si giravano dall'altra parte. Si deve andare all'origine, nessun giovane ha interesse a lasciare il proprio Paese, la propria cultura. I migranti devono entrare in Italia regolarmente e, attraverso un processo di formazione, essere introdotti nel nostro ciclo produttivo. Per noi il Mediterraneo, l'Africa e il Piano Mattei non sono parole vuote e L'italia conta nel mondo se conta nel Mediterraneo e se si ritaglia un ruolo nell'economia del mare".
"Oggi abbiamo una struttura ministeriale del mare - continua il ministro - e crediamo nelle politiche di cooperazione con l'Africa e con il Medio Oriente. Fino al 2020, l'Europa non guardava e ha perso l'occasione di guardare al Mediterraneo. Era rivolta piuttosto al Baltico. E così l'Africa si è aperta alla Cina e alla Russia. E' invece importante avviare un piano di collaborazione con l'Africa, loro hanno le materie prime mentre noi il know how tecnologico. Il mare è una risorsa strategica anche per la sicurezza dei confini. Se fossi commissario per il Mediterraneo, costruirei un grande strumento di cooperazione con Africa e il Medio Oriente, per individuare le risorse del mare, sia in superficie che subacquee. Dovremmo porre rimedio a tanti anni di colpevole distrazione, ma siamo ancora in tempo per recuperare".