Israele: "Evacuare ospedale al-Shifa". Hamas denuncia: "Uccisi pazienti"
Gaza City, 21 mar. (Adnkronos) - Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno emesso un ordine per l'evacuazione immediata dell'ospedale di al-Shifa, il più grande della Striscia di Gaza. Lo riporta l'emittente al-Jazeera, mettendo in guardia dal rischio che il complesso ospedaliero possa essere bombardato e distrutto. Da lunedì è in corso un'offensiva dell'esercito israeliano nell'ospedale che ha portato all'uccisione di oltre 140 miliziani di Hamas, 50 nelle ultime 24 ore, mentre altri 160 sono stati arrestati. I militari israeliani hanno anche sequestrato armi all'interno dell'ospedale.
All'interno dell'ospedale di al-Shifa ''non erano presenti combattenti'' e Hamas ''non lo ha usato come propria base''. Le persone uccise dalle Forze di difesa israeliane (Idf), quindi, ''erano pazienti e sfollati'', non militanti di Hamas. Lo riporta l'emittente al-Jazeera.
Immagini satellitari analizzate dall'Operazione satellitare delle Nazioni Unite (Unosat) mostrano intanto che il 35% degli edifici (vale a dire 88.868 strutture) nella Striscia di Gaza sono stati danneggiati o distrutti dall'inizio della guerra tra Hamas e Israele. Nella sua valutazione Unosat ha usato immagini ad alta risoluzione raccolte il 29 febbraio, confrontandole con altre prese prima dello scoppio della guerra. Tra le strutture prese in esame da Unosat, 31.198 risultano distrutte, 16.908 gravemente danneggiate e 40.762 moderatamente danneggiate. Si tratta di quasi 20mila strutture danneggiate in più rispetto a un'analoga valutazione di Unosat risalente a gennaio.
"I governatorati di Khan Yunis e Gaza hanno patito l'aumento più significativo dei danni, con Khan Yunis che ha visto 12.279 ulteriori strutture danneggiate e Gaza che ne ha subite 2.010", ha specificato l'agenzia dell'Onu.
Sessantacinque palestinesi sono stati uccisi negli attacchi israeliani nelle ultime 24 ore a Gaza. Lo ha dichiarato il ministero della Sanità di Gaza, aggiungendo che 92 sono i feriti. Complessivamente, si legge nella dichiarazione, almeno 31.988 palestinesi sono stati uccisi e 74.188 feriti negli attacchi israeliani su Gaza dal 7 ottobre.
Dal canto loro gli Stati Uniti hanno presentato una bozza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiede ''un cessate il fuoco immediato legato al rilascio degli ostaggi'' ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. Lo ha spiegato il segretario di Stato americano Antony Blinken nel corso di una intervista al quotidiano saudita Al Hadath.
"C'è una risoluzione che abbiamo presentato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e che chiede un cessate il fuoco immediato legato al rilascio degli ostaggi. Speriamo vivamente che i paesi lo sostengano'', ha affermato Blinken. Se approvata, ''penso che manderebbe un messaggio forte, un segnale forte", ha aggiunto. In precedenza gli Stati Uniti si erano mostrati contrari al cessate il fuoco.
Blinken è stato ricevuto oggi al Cairo dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Insieme, hanno discusso dei negoziati in corso per arrivare a un accordo che permetta un cessate il fuoco di almeno sei settimane nella Striscia in Gaza in concomitanza con il rilascio di tutti ostaggi e la scarcerazione di alcuni detenuti palestinesi, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller.
Arrivato in Egitto dall'Arabia Saudita, Blinken ha anche parlato con al-Sisi della creazione di uno Stato palestinese indipendente con garanzie per la sicurezza di Israele.
E' di ieri la notizia che Israele avrebbe respinto l'ultima proposta presentata da Hamas per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e per la liberazione degli ostaggi in cambio di detenuti palestinesi. A dichiararlo Osama Hamdan, alto funzionario di Hamas, affermando che da Israele è arrivata ''una risposta negativa'' all'ultima proposta consegnata dai negoziatori del gruppo.
Israele sta elaborando un piano che prevede di assegnare la distribuzione degli aiuti nella Striscia di Gaza a leader palestinesi che non abbiamo legami con Hamas. Lo scrive il Wall Street Journal, spiegando che questo sarebbe un primo passo per creare un'autorità di governo a Gaza guidata dai palestinesi. Israele starebbe cercando il sostegno regionale alla proposta e, come spiega un funzionario della Difesa a condizione di anonimato, avrebbe tenuto colloqui in merito con l'Egitto, gli Emirati Arabi Uniti e la Giordania.
Gli aiuti sarebbero comunque controllati da Israele prima che entrino nella Striscia di Gaza via terra e via mare e siano trasportati in grandi magazzini nel centro dell'enclave. Coloro che sono incaricati della distribuzione degli aiuti dai magazzini ''assumeranno l'autorità di governare, sostenuti da forze di sicurezza finanziate da ricchi governi arabi'', hanno spiegato i funzionari israeliani al Wall Street Journal.
''Gaza sarà governata da coloro che non cercano di uccidere gli israeliani'', ha affermato una fonte dell'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu al quotidiano. Tuttavia il piano potrebbe essere ostacolato da Hamas, scrive il giornale.