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Tecnologia Equinix, nel futuro di Internet in Europa c'è la sostenibilità e il mega hub di Genova

Equinix, nel futuro di Internet in Europa c'è la sostenibilità e il mega hub di Genova

(Tecnologia) - Secondo l', il 57% dei decision maker italiani ha dichiarato che la propria azienda sta pianificando un’espansione nei prossimi 12 mesi, in una nuova città (21%), in un nuovo Paese (29%) o in una nuova regione (21%). Allo stesso modo il 35% ha dichiarato di prevedere un incremento della spesa per le soluzioni di colocation carrier-neutral per facilitare l’aumento previsto delle implementazioni digitali, mentre un numero ancora maggiore (48%) ha dichiarato di voler aumentare gli investimenti nei servizi di interconnessione per progredire nella trasformazione digitale e aumentare la resilienza. Queste percentuali sembrano essere confermate a livello globale, eppure dal World Economic Forum di Davos arrivano inquietanti segnali di preoccupazione sulla fine della globalizzazione. "È vero che i commentatori da molti Paesi hanno sollevato molti interrogativi su una potenziale recessione dalla globalizzazione, però c’è da dire che la pandemia è stata un catalizzatore per l'innovazione e la crescita di molte aziende, tanto che ci sono enormi opportunità per espandersi con successo in nuovi mercati e raggiungere nuovi clienti", dice Emmanuel Becker, Managing Director Italia di Equinix, multinazionale specializzata in connessione Internet e data center che opera in 27 paesi.

"Infatti, invece che un allontanamento dalla globalizzazione, l'indagine di Equinix rivela che il 72% dei leader IT di tutto il mondo sta pianificando di espandere le proprie attività in nuovi mercati nei prossimi 12 mesi, sottolineando come l'espansione globale e un'infrastruttura digitale resiliente siano strettamente legate e fondamentali per il successo", continua Becker. "Questi risultati, insieme alla crescita delle imprese Born Global, indicano probabilmente che ci stiamo avvicinando a una nuova fase di globalizzazione, guidata dall'innovazione tecnologica e da una forte necessità di interconnessione, in cui l'espansione delle imprese segue la scia della digitalizzazione. I decision maker italiani del settore tecnologico, intervistati nell'ambito del GTTS, hanno parlato chiaramente a questo proposito: l'84% considera una priorità rendere la propria azienda più innovativa, anche attraverso il trasferimento di un maggior numero di funzioni aziendali nel cloud (77%) o l'edge (70%), l'implementazione di una maggiore integrazione IoT (76%) e la connessione con i nuovi ecosistemi digitali".

Il fattore sostenibilità, tuttavia, si fa sempre più importante: le temperature record in Inghilterra , seppur per poco tempo, uno dei data center cloud di Google per danni al sistema di raffreddamento. "In Equinix condividiamo una visione comune: nel percorso verso la neutralità climatica previsto da molte nazioni a livello globale e in particolare dall'Unione Europea, le aziende ICT, e i data center nello specifico, sono destinati a svolgere un ruolo chiave. Giusto per rendersi conto della loro importanza, consideriamo solo questi dati: secondo le ultime statistiche, solo negli Stati Uniti ci sono più di 2.500 data center, mentre l'Italia ne ha attualmente 130. Uno studio della Commissione europea ha calcolato che il consumo energetico dei data center negli stati dell'UE nel 2018 è stato di 76,8 TWh, pari al 2,7% della domanda totale di elettricità. Se lo sviluppo continuerà al ritmo attuale, il consumo salirà a 98,5 TWh, pari al 3,2% della domanda, nel 2030. È quindi facile capire come una rete così estesa di impianti informatici abbia un tale impatto sul clima e perché noi, in qualità di azienda di infrastrutture digitali di livello mondiale, siamo profondamente impegnati a raggiungere la neutralità dal punto di vista climatico a livello globale entro il 2030".

"Nel giugno 2021, siamo diventati la prima azienda nel settore dei data center a perseguire questo scopo, attraverso obiettivi di riduzione delle emissioni basati su dati scientifici, un piano di finanziamento green innovativo (nel 2020 abbiamo emesso i nostri primi green bond) e un'agenda per lo sviluppo sostenibile", spiega il managing director. "Riteniamo che questo sia un passo fondamentale non solo per far crescere i nostri investimenti e innovazioni, ma anche per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, riflettendo al contempo il ruolo significativo che svolgiamo nel rendere più ecologiche le supply chain digitali dei nostri clienti e nel rispondere alle esigenze in evoluzione dei nostri stakeholder. Siamo a buon punto per raggiungere gli impegni presi, con una copertura rinnovabile di oltre il 95%, e Milano in particolare sarà al centro di questo processo, poiché uno dei suoi data center è destinato a implementare e testare la nostra piattaforma sperimentale di celle a combustibile E2P2. Nel consorzio insieme ad altre sei aziende -InfraPrime, RISE, Snam, SOLIDpower, TEC4FUELS e Vertiv- facciamo infatti parte del progetto EcoEdge PrimePower (E2P2), in cui esploreremo una innovativa integrazione delle celle a combustibile a ossido solido (SOFC) con la tecnologia dei UPS (Uninterruptible Power Supply) e le batterie agli ioni di litio per fornire energia primaria resiliente e pulita agli impianti di data center e ad altre infrastrutture critiche. In questo modo, E2P2 mira a raggiungere molteplici obiettivi ambientali, tra cui la presentazione di un vero e proprio proof of concept di energia low carbon disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, che non si basi su generatori diesel e supporti la crescente economia dell’idrogeno e delle energie rinnovabili in tutta Europa".

Nel futuro dei data center in Europa c'è la cruciale creazione dell'Hub sottomarino di Genova GN1, che servirà come punto di interconnessione strategico per il sistema di cavi sottomarini 2Africa. Sarà usato il cavo sottomarino più lungo mai realizzato (45.000 km), che collegherà direttamente 46 località attraverso tre continenti: Africa, Europa e Asia. "La posizione della città la rende strategica nella mappa mondiale dei cavi sottomarini, offrendo una nuova alternativa, complementare e diversificata per la regione mediterranea, che beneficia anche della vicinanza delle grandi capitali digitali come Francoforte, Amsterdam, Parigi e Milano", dice Becker. "Più precisamente, come primo data center carrier-neutral di Genova, GN1 offrirà ai clienti servizi di colocation e interconnessione sicuri e resilienti, costituendo un punto di approdo per nuove connessioni, un nuovo gateway per i corridoi digitali e soprattutto un nuovo pilastro nella costruzione di una società digitale globale pronta per servizi che richiedono grandi quantità di trasferimento dati, come il cloud computing o il video. GN1 sarà anche pronto per il 5G, in preparazione all'ondata di traffico mobile 5G attesa dai provider di telefonia mobile globali e dai consumer di Africa, Europa e Medio Oriente. Attualmente vediamo che il traffico arriva in Italia e vi rimane, permettendo poi alle aziende di immagazzinare i dati e di elaborarli, con un enorme valore aggiunto al PIL del Paese".

Nell'ambito delle loro strategie digital-first, l'85% degli intervistati in Italia ha confermato che una delle loro principali priorità è il miglioramento della cybersecurity, una percentuale perfettamente in linea con quella globale. Infatti per gli specialisti IT le minacce più temute sono le le falle nella sicurezza, la perdita di dati e gli attacchi informatici, considerando che le fughe di dati legate al ransomware sono aumentate dell'82% nel 2021. Man mano che le aziende puntano a perseguire le loro strategie di trasformazione digitale, aumenta la probabilità di cyberattacchi che mettono a rischio i loro dati. Secondo i dati di Gartner, i cyberattacchi legati a terze parti sono in crescita. Entro il 2025, il 60% delle organizzazioni utilizzerà il rischio di cybersecurity come fattore determinante nella gestione di transazioni e accordi commerciali con terze parti, dal semplice monitoraggio di un provider di tecnologie critiche alla complessa due diligence per fusioni e acquisizioni. A tal proposito, Becker spiega: "Un elemento sul quale poniamo molta attenzione per garantire continuità di business è la formazione delle persone. Con oltre 240 data center in tutto il mondo, Equinix e le sue persone hanno maturato un'esperienza unica. Questa esperienza condivisa, legata al buon uso, alla buona manutenzione e alle best practice, fa parte della nostra resilienza e della nostra garanzia di continuità di business. Se le nostre persone adottano le best practice, anticipano i rischi e prevengono il concretizzarsi di un determinato problema: è il famoso predictive management".

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