Energia, Lippolis (Confindustria Brindisi): "Governo intervenga, rischio tsunami dell’intero sistema manifatturiero"
Brindisi, 4 ott. (Labitalia) - "L’industria localizzata nel capoluogo e nella provincia – come in tutto il Paese – affronta le crescenti e drammatiche difficoltà legate all’elevato costo dell’energia, alla carenza di semilavorati e al conseguente rallentamento della domanda di beni prodotti localmente. Si ritengono urgenti, pertanto, misure del governo di valenza nazionale per fronteggiare le emergenze, unitamente con interventi organici della Regione e degli Enti locali per quanto di rispettiva competenza. Energia, chimica di base e chimica fine, aeronautica, agroalimentare, edilizia restano i settori trainanti che andranno difesi e rafforzati nei loro impianti maggiori e nel loro indotto. Ci aspettiamo efficaci misure di politica industriale coerenti con l’apparato manifatturiero insediato sul territorio". Lo dice, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia il presidente di Confindustria Brindisi, Gabriele Menotti Lippolis.
"Va affrontato con la massima urgenza - sottolinea - il problema dell’abnorme costo dell’energia, che sta già costringendo importanti aziende energivore del nostro territorio a sospendere o cessare l’attività produttiva, collocando il personale in cassa integrazione. C’è il rischio di uno tsunami dell’intero sistema manifatturiero, che va assolutamente scongiurato. Su questo tema ci aspettiamo dal governo Draghi uno sforzo risolutivo. Il nuovo governo dovrebbe affrontare con la massima determinazione le emergenze del Paese, in primis, quelle legate alla già citata situazione energetica che sta provocando notevoli disagi all’intero sistema produttivo, in aggiunta alle difficoltà di acquisizione della materia prima il cui prezzo è aumentato in misura abnorme".
"La presenza a Brindisi della Zona Economica Speciale e della Zona Franca Doganale - auspica - due strumenti fondamentali per attrarre investimenti, potrà agevolare nuovi insediamenti attraverso iter autorizzativi più snelli e veloci. Sull’area di Brindisi sono previsti investimenti di importanti aziende associate a Confindustria Brindisi per un totale di 3,5 miliardi di euro nei prossimi anni. Le aziende in prima linea che avranno un ruolo chiave nello sviluppo del territorio sono realtà come Enel, Eni, A2A, GE AVIO, Edison, Jindall, Chemgas-Sapio, Falck Renewables. Alcuni di questi investimenti sono legati a procedure autorizzative ancora in corso ma sono fiducioso".
"Brindisi e il territorio provinciale, inoltre - continua il presidente di Confindustria Brindisi, Gabriele Menotti Lippolis - costituiscono un’area cerniera fra il sud del Salento, l’area industriale tarantina ad ovest e la Città metropolitana di Bari a nord. Le grandi infrastrutture locali – porto, aeroporto, ferrovia lungo la linea adriatica – rappresentano snodi di importanza nazionale ed internazionale che dovranno essere potenziati per favorire lo sviluppo e il rilancio dell’intero territorio, anche dal punto di vista turistico".
"Come già ribadito anticipatamente - avverte - le imprese stanno già subendo in modo estremamente pesante gli effetti della crisi energetica, con una perdita di competitività che rischia di diventare irreversibile. Come più volte ribadito dal nostro presidente di Confindustria Carlo Bonomi, tale crisi comporterà per le imprese un extra costo di 40 miliardi di euro. Dopo la decisione del governo tedesco di intervenire a sostegno delle imprese con 200 miliardi di euro per contrastare aumento dei costi, ci aspettiamo un intervento altrettanto deciso da parte del governo Italiano. Un supporto del genere rischia di mettere le aziende italiane in condizione di non poter competere con i nostri concorrenti tedeschi".
"Nei primi 100 giorni - precisa - il governo dovrebbe cominciare ad affrontare i temi cardine: semplificazione e accelerazione degli iter autorizzativi (che, a mio parere, è la madre di tutte le riforme); cuneo fiscale per ridurre il costo del lavoro; formazione e politiche attive del lavoro; politiche industriali attrattive di investimenti nel nostro Paese, con particolare riferimento al Mezzogiorno (penso, ad esempio, all’inopportunità di appesantire le sanzioni in caso di delocalizzazione, dal momento che scoraggiano potenziali investitori esteri); snellimento di eccessivi adempimenti a carico delle imprese in materia di lavoro; prevedere – come già avvenuto nel periodo pandemico – ammortizzatori sociali ad hoc, unitamente alla necessità di continuare sul percorso attuativo degli obiettivi del Pnrr".
"Brindisi - precisa - deve conservare il suo ruolo di grande polo energetico nazionale – in linea con i criteri dettati dalla green economy – e assicurare una transizione energetica graduale e sostenibile che sappia rispondere al fabbisogno richiesto dall’apparato industriale presente nel capoluogo. Tale obiettivo deve essere raggiunto sia attraverso la realizzazione di impianti di energia rinnovabile, sia con il ricorso a fonti quali: gas naturale, Lng, idrogeno. In tale contesto si inserisce, ad esempio, l’investimento c.d. “green hydrogen valley” che ha l’obiettivo di realizzare a Brindisi un cluster per lo sviluppo di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di nuovi sistemi e tecnologie applicate alla produzione di idrogeno verde".
"Confindustria Brindisi - ricorda il presidente di Confindustria Brindisi, Gabriele Menotti Lippolis - grazie anche al supporto del presidente del Gruppo tecnico energia nazionale Aurelio Regina, continuerà ad attivare i suoi canali di relazioni con il sistema produttivo confindustriale, per attrarre ulteriori investimenti. Un ruolo propulsivo in tale direzione dovrà essere svolto anche dalle strutture commissariali delle Zes Adriatica e Ionica, secondo quanto previsto dalle normative vigenti. Brindisi, insomma, deve porsi l’obiettivo di divenire sede di eccellenza nella progettazione e produzione di tecnologie innovative, efficienti e sicure per il comparto energetico, esportabili in tutto il mondo".